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Rossella Marro, segretaria nazionale di Unicost
Oggi l’assemblea dell’Anm delibererà se scioperare o meno. Ne parliamo con Rossella Marro, presidente nazionale Unicost.
L'azione disciplinare avviata da Nordio verso i magistrati che hanno concesso i domiciliari ad Artem Uss, poi fuggito, giustifica uno sciopero o occorre altro?
Premetto che l’iniziativa disciplinare del Ministro nei confronti dei magistrati di Milano è allarmante, sostanziandosi in un sindacato disciplinare sul merito della decisione, non consentito dal nostro ordinamento giuridico. Sindacato che non potrebbe neanche essere introdotto con una modifica normativa, in quanto in evidente contrasto con i principi costituzionali di separazione dei poteri e di autonomia e indipendenza della magistratura. Iniziative di questo genere rischiano di dare luogo a una “giurisdizione difensiva”. Se si dovesse fare strada il principio per cui il giudice possa rispondere in via disciplinare in tali casi, si indurrebbe quello stesso giudice ad adottare, per prudenza, sempre la misura più restrittiva, con buona pace dei principi di tutela delle esigenze cautelari con il minor sacrificio possibile e di recuperabilità del condannato.
E allora, è giusto scioperare?
Lo sciopero non sarebbe utile in questo caso, in quanto interverrebbe ex post dinanzi a una iniziativa che già si è realizzata, laddove si tratta per sua natura di uno strumento rivendicativo a fronte di concrete prospettive di riforme peggiorative. Va poi evidenziato che lo sciopero molto verosimilmente non rispecchierebbe la volontà della maggioranza dei magistrati, se è vero che solo due assemblee distrettuali non lo hanno escluso. Chi sarà presente all’assemblea dovrà sforzarsi di rappresentare anche i magistrati che non vi parteciperanno e che non hanno dato delega, se non altro per scongiurare il fallimento dell’iniziativa stessa. Il percorso che noi proponiamo è più faticoso e passa attraverso la sensibilizzazione in merito alla gravità di questa iniziativa. Per noi è già molto importante la solidarietà espressa dall’avvocatura, giustamente preoccupata dal pericolo di una deriva giudiziaria che, in chiave difensiva, possa abbracciare posizioni aprioristicamente rigoriste. Occorre proseguire in questo percorso.
Cosa pensa della posizione assunta da Angelo Piraino al Giornale?
Condivido fino ad un certo punto la posizione assunta in relazione alle più recenti iniziative governative. Mi riferisco alla eliminazione del controllo concomitante della Corte dei Conti e alla proposta di abrogazione del reato di abuso d’ufficio. È chiaro che la politica si muove all’interno delle sue legittime prerogative, ma la magistratura ha il dovere di intervenire per evidenziare le possibili storture, soprattutto quando si tratta di riforme in itinere e il dibattito possa contribuire al miglioramento delle stesse. Così, è evidente che un efficace sistema di controlli deve essere valutato in termini positivi essendo di ausilio all'azione amministrativa e la stessa giurisdizione se ne avvantaggia in quanto, se si tratta di controlli preventivi e concomitanti, scongiura il verificarsi di patologie che possono determinare gravi danni economici per lo Stato e conseguenti vertenze giudiziarie. Quanto al reato di abuso d'ufficio, la percentuale delle assoluzioni è molto alta, ma verosimilmente questo dipende anche dalla circostanza che finora la regola di giudizio imponeva al pm di chiedere il rinvio a giudizio se vi fossero elementi idonei a sostenere l'accusa in giudizio. La nuova regola di giudizio introdotta dalla riforma Cartabia che consente il rinvio a giudizio solo in caso di elevata prevedibilità di condanna sarà sicuramente di ausilio. In ogni caso, da tecnici del diritto possiamo dire che l'abrogazione tout court lascerebbe un pericoloso vuoto di tutela.
Cosa pensa invece delle posizioni espresse da Albamonte e Celli?
Non condivido le valutazioni di carattere generale sull’operato del governo perché, come magistratura associata dovremmo confrontarci con le proposte concrete. Inoltre, non trovo concettualmente corretto associare l’iniziativa disciplinare, la proposta di separazione delle funzioni, o la proposta di eliminazione dall’art. 101 della Cost. dell’avverbio “solamente”, che minacciano l’assetto costituzionale della separazione dei poteri, alle riforme che, seppure criticabili, rappresentano l’esercizio di una legittima prerogativa della politica. Per queste ragioni, ritengo che alla prossima assemblea nazionale dovremmo concentrarci sul tema all’ordine del
giorno.Il ministro Nordio è stato inviato all’assemblea. Sarebbe uno sgarbo se non venisse?
Sarebbe un bel segnale se fosse presente.