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Afghanistan, l’appello della Casellati: «Non abbandoniamo le donne coraggiose»
Nuova sforbiciata alle leggi “inutili”. Il taglio voluto dalla ministra della Riforme Maria Elisabetta Casellati ha riguardato oltre 22mila provvedimenti. L'iniziativa si è resa necessaria, sottolinea la ministra, «per garantire che l’Italia si muova verso un quadro normativo più chiaro e moderno». Molte delle leggi abrogate erano infatti divenute obsolete. Ad esempio quella sui colombi viaggiatori o sull'educazione musicale che prevedeva per tutti i cittadini dell'allora Regno d'Italia il diritto di concorrere ai posti gratuiti del Collegio di Musica di Napoli. Altre norme riguardavano il sistema fiscale, come la tassa sulla neve di Cerignola o le regole sulle vendite di bevande vinose e spiritose, sul mosto e sull’uva, con integrazione di un’addizionale superiore al 50 percento, fino alle tasse sul bestiame. Abolito, poi, il regolamento per il Corpo dei pompieri di Forlì ed il Regolamento amministrativo-contabile della Regia azienda monopolio banane o quello sulla Costituzione del Consorzio di colonizzazione di Genale nella Somalia italiana.
Fra i provvedimento più “curiosi” uno del 1872 che approvava la Società generale italiana per le latrine asportabili e per la fabbricazione dei concimi con sede a Firenze, e quello del 1877 che aboliva la tassa sui matrimoni celebrati di notte a Lucca. Numerosi le leggi abrogate riguardanti l'esercito, come la “requisizione dei quadrupedi e dei veicoli per il Regio esercito e per la Regia marina”. Un decreto specifico mirava, poi, alla soppressione dell’Istituto nazionale per il risanamento antimalarico dell'allora Regione Pontina ed uno del 1866 impegnava l'Italia nella lotta contro la tratta degli schiavi, dando piena esecuzione alla Dichiarazione firmata al Cairo nel 1885. Dopo questo atto di semplificazione, il governo non ha intenzione di fermarsi. La ministra Casellati ha già annunciato ulteriori proposte per l’abrogazione di migliaia di altre norme risalenti alla fine del XIX secolo e alla prima metà del XX secolo. «Questo processo di revisione e semplificazione non è solo un atto burocratico, ma è anche una riflessione sulla storia e sull’identità dell’Italia, sul come le leggi possono influenzare la vita quotidiana e sull’importanza di evolvere e adeguarsi ai tempi. Mentre alcune di queste leggi possono sembrare curiose o addirittura buffe oggi, esse rappresentavano preoccupazioni reali e concrete di un’epoca passata», afferma la ministra. Sono 187mila quelle emanate dalla nascita dello Stato unitario a oggi. Al momento sarebbero in vigore circa 46mila decreti del presidente della Repubblica, 13mila leggi, 7.736 regi decreti, 2.042 decreti legislativi e circa 2mila decreti. Senza contare, ovviamente, le migliaia e migliaia di leggi regionali il cui conteggio è alquanto difficile.