“Ho provato in tutti i modi a farlo diventare procuratore nazionale antimafia ma, purtroppo, non ci sono riuscito”. Lo ha scritto ieri, sulla propria pagina Facebook, Stefano Cavanna, avvocato genovese e componente laico del Consiglio superiore della magistratura nella scorsa consiliatura in quota Lega, a proposito del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri.

Proprio ieri il Dubbio aveva infatti raccontato quello che potrebbe essere il futuro professionale di Gratteri il quale, fra poco meno di un anno, dovrà lasciare l'incarico di procuratore della città calabrese avendo raggiunto i fatidici 8 anni di permanenza nell'incarico. Le norme sulla temporaneità degli incarichi direttivi e semidirettivi non lasciano spazio a deroghe di sorta: una volta terminati gli 8 anni, bisogna lasciare il posto al più anziano in quello momento in servizio nell'ufficio in attesa che il Csm provveda alla nomina del sostituto.

Gratteri ha in corso la domanda per la Procura di Napoli che, ironia della sorte, è vacante da oltre un anno in quanto l'ex procuratore Giovanni Melillo è stato nominato alla Dna, sconfiggendolo all'esito di una quanto mai accesa discussione in Plenum che, sempre ieri, il Dubbio ha raccontato.

“Io penso, senza paura di essere smentito, che Gratteri sarebbe stato un ottimo procuratore nazionale antimafia. Rimasi favorevolmente impressionato dal suo approccio ai colloqui investigativi con i boss reclusi in carcere anche in regime del 41bis. Avrebbe dato una ’sterzata’ alla Dna, consentendogli di incidere in maniera efficace nella lotta alla criminalità organizzata", prosegue Cavanna.

A Gratteri, va detto, tutti riconoscono grandi doti di organizzatore. Doti che vennero apprezzate dall’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi che lo avrebbe voluto a via Arenula come ministro della Giustizia, prima di essere stoppato da Giorgio Napolitano. Il magistrato calabrese è diventato famoso per aver abbattuto i costi delle intercettazioni e aver creato dal nulla la maxi aula per i processi di ’ndrangheta presso il tribunale di Lamezia di Terme.

Oltre a una gestione virtuosa delle risorse e dell'ufficio nel suo complesso, c'è poi il tema della “visibilità”. Gratteri, fra i magistrati in servizio, è quello che certamente ha il seguito più grande. “Ricordo che quando sono andato per il Csm a Catanzaro in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, la gente si fermava fuori del palazzo di giustizia per salutarlo e applaudirlo”, ricorda ancora Cavanna, sottolineandone “l'impegno per quella terra martoriata che è la Calabria”.

Se, come riportato ieri dal Dubbio, Gratteri è unanimamente apprezzato dai politici di tutti gli schieramenti, con un consenso quanto mai trasversale che va da Fratelli d'Italia al Movimento 5stelle, il discorso è diverso quando si parla con i suoi colleghi.

Toga ufficialmente senza una corrente di riferimento alle spalle, la maggior parte dei colleghi gli riconosce grandi capacita di investigatore, interpretando però il ruolo di pm più come un “super poliziotto” che come un magistrato.

E ciò si nota in maniera plastica nelle conferenze stampa da egli indette in occasione delle operazioni di servizio nelle quali la Procura di Catanzaro si trasforma in una specie di caserma con decine di ufficiali che gli fanno da cornice. Eccellenti sono i suoi rapporti con le forze dell'ordine, in particolare con l'Arma dei carabinieri con cui ha condotto la maggior parte delle sue inchieste: da “Rinascita Scott” a quella di questa settimana “Gelsomini” dove sono finiti nel mirino i vertici del Pd calabrese, con la presenza a Catanzaro del comandante del Ros dei carabinieri, il generale Pasquale Angelosanto, e di tutto il suo staff.

Il non avere una corrente alle spalle potrebbe essere, comunque, un handicap, in particolare in un ufficio, la Procura di Napoli, dove l'associazionismo giudiziario è molto sentito e dove i gruppi dell’Anm hanno da sempre un ruolo importante. I numeri dei magistrati nel distretto di Napoli permettono alle correnti di eleggere senza problemi anche due consiglieri al Csm: uno per i requirenti e uno per i giudicanti. Il procuratore di Napoli, in passato, è stato spesso scelto da un magistrato interno all’ufficio o, comunque, da un magistrato che già vi aveva prestato servizio. Come potrebbe essere visto, allora, l’arrivo di un “papa straniero” come Gratteri che non è mai stato a Napoli prima?

Il procuratore di Catanzaro è stato audito nelle scorse settimane presso la Commissione per gli incarichi direttivi del Csm. Il voto è atteso per il mese prossimo. Chi ha parlato con lui ha avuto l'impressione che, in caso di nomina a Napoli, voglia dare una scossa alla Procura più grande d'Europa con oltre 100 sostituti. Ad esempio, spingendo per una loro maggiore presenza in ufficio, anche il sabato.

Se dovesse andargli male per Napoli, avendo già dichiarato in più occasioni di non voler tornare a fare il sostituto, a Gratteri rimarrebbe il suo amato agrumeto a Gerace, di cui tesse le lodi ogni qualvolta viene intervistato. Non è escluso che possa anche decidere di gettarsi nell'agone politico. I voti, a differenza di molti suoi colleghi cooptati in politica, Gratteri li avrebbe per davvero.