Una legge sui pentiti che prende spunto «dal modello italiano della lotta alla Mafia». Il ministro della Giustizia francese Eric Dupond-Moretti lancia la sfida alle grandi reti criminali organizzate (grandi trafficanti di droga e di armi), annunciando la creazione di una procura nazionale ad hoc (PNACO), sulla falsariga delle già attive procure antiterrorismo (PNAT) e contro i crimini finanziari (PNF).

«Questo nuovo strumento rafforzerà il nostro arsenale giudiziario per lottare al meglio contro la delinquenza di alto livello ma anche per imprimere un nuovo slancio alla nostra organizzazione giudiziaria», spiega il ministro in un’intervista alla Tribune du Dimanche. A coordinare e dirigere tutte le attività del PNACO ci sarà l'ex procuratore nazionale antiterrorismo Jean-François Ricard, nominato pochi giorni fa consigliere speciale del ministro; dovrà definire tutti i dettagli della riforma che verrà presentata in autunno.

Ma Dupond Moretti ha voluto anticipare ai media francesi alcuni aspetti di questa grande riorganizzazione. Al centro del progetto la creazione di un vero e proprio “statuto dei pentiti” che si ispira esplicitamente alla legge italiana che ha permesso di colpire al cuore le cosche, in particolare Cosa Nostra. «In Francia esiste già una legislazione in materia ma è troppo debole e restrittiva e quindi poco efficace», osserva il ministro, illustrando i limiti delle norme attuali: «I complici dei grandi criminali si trincerano nell’omertà a volte per convinzione o per “lealtà”verso i loro capi, ma molto più spesso per semplice paura, per se stessi e soprattutto per l’incolumità della propria famiglia, è venuto il momento di spezzare questo silenzio».

In sostanza quando saranno approvate le nuove norme, un magistrato avrà la possibilità di concedere uno status speciale a un pentito che «ha collaborato con la giustizia, rilasciando dichiarazioni sincere, complete e decisive per smantellare le reti criminali». In tal caso la pena verrebbe ridotta (ma non meno di un quarto) e il pentito e i suoi familiari potranno godere di protezione da parte dello Stato che li assegnerà a residenza segreta, fornendo loro nuova identità e stato civile. Naturalmente lo status di pentito potrà venire revocato in qualsiasi momento dall’autorità giudiziaria : «Si tratta di un sistema completamente nuovo per la Francia, un sistema che ci permetterà di combattere con maggiore efficacia le organizzazioni criminali che operano sul nostro territorio».

Inoltre, alle corti di assise speciali, composte esclusivamente da magistrati di professione, verranno affidati non solo i processi per traffico di droga internazionale, come avviene già oggi, ma anche i cosiddetti i regolamenti di conti all’interno delle bande. «Ciò eviterà pressioni e minacce sui giurati cittadini che devono giudicare i presunti omicidi». Infine verrà anche messa mano anche al codice penale con l’istituzione del reato di “associazione a delinquere organizzata”, punibile con vent'anni di reclusione, esattamente il doppio della pena per associazione a delinquere semplice.

Per la prima volta da quando si è insediato a Place Vendôme nel luglio del 2020, Dupond Moretti riceve il plauso convinto da parte della magistratura d’oltralpe che, non meno di un anno fa, lo aveva denunciato per abuso di potere portando, caso più unico che raro nella storia della Quinta repubblica, un membro del governo davanti al tribunale dei ministri. Uno scontro istituzionale furibondo che si è concluso con la (logica) assoluzione del guardasigilli e con una specie di tregua armata tra le parti che non ha allentato la tensione.

Dupond Moretti, che di professione è avvocato penalista, aveva denunciato alcuni giudici per violazione del diritto di difesa, definendo i magistrati in questione «dei cowboy che utilizzano metodi da vecchi spioni!» e inviando gli ispettori del ministero nelle procure chiamate in causa. Ora però questo clima di guerra aperta sembra lasciare spazio a un nuovo terreno di intesa tra il guardasigilli e le toghe d’oltralpe, anche per l’intervento personale del presidente Macron che all’indomani della sua assoluzione ha chiesto al sanguigno Dupond Moretti di moderare le polemiche e di assumere toni più istituzionali.

«Possiamo affermare con soddisfazione che finalmente siamo stati ascoltati dal ministro», si è rallegrato dai microfoni di France Info Ludovic Friat, presidente dell'Unione sindacale dei magistrati (Usm), salutando in particolare il nuovo statuto per il pentitismo: «Se vogliamo smantellare dall’interno queste pericolose organizzazioni, abbiamo bisogno di nuovi strumenti che permettano ai loro membri pentiti di collaborare con la giustizia senza timore di subire rappresaglie».