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CONFERENZA DI FINE ANNO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: «NO ALL’OBBLIGO DI VACCINO»
L’avvertimento di Conte a Renzi: «Se un partito toglie la fiducia, andrò alle Camere. Recovery? Acceleriamo»
«Gli ultimatum non appartengono al mio bagaglio culturale e politico, e se verrà meno la fiducia di una forza di maggioranza ci sarà un passaggio parlamentare dove ognuno si assumerà la propria responsabilità». Sta tutta in queste parole la conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dopo gli attacchi degli ultimi tempi di Matteo Renzi, che ha messo i puntini sulle i anche ieri mattina in Senato, durante la definitiva approvazione della legge di Bilancio. LA CONFERENZA STAMPA
L’avvertimento del Presidente del Consiglio alla maggioranza Recovery Plan, vaccinazioni e scuole gli altri temi affrontati
«Gli ultimatum non appartengono al mio bagaglio culturale e politico, e se verrà meno la fiducia di una forza di maggioranza ci sarà un passaggio parlamentare dove ognuno si assumerà la propria responsabilità». Sta tutta in queste parole la conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dopo gli attacchi degli ultimi tempi del leader di Italia via, Matteo Renzi, che ha messo i puntini sulle i anche ieri mattina in Senato, durante la definitiva approvazione della legge di Bilancio.
LA GESTIONE DEL RECOVERY PLAN
La gestione del Recovery Plan è stata il fulcro della prima parte di domande e risposte tra l’inquilino di palazzo Chigi e i giornalisti presenti a palazzo Madama, coordinati dal presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, e dal presidente dell’Associazione stampa parlamentare, Marco Di Fonzo.
«Dobbiamo affrettare delle risposte che il Paese attende - ha detto Conte parlando dei fondi in arrivo da Bruxelles - e la sintesi politica sul Recovery Plan è urgente e va fatta nei prossimi giorni». Dopo il Consiglio dei ministri che nella prima settimana di gennaio darà il via libera al piano, toccherà al Parlamento, agli enti locali e alle parti sociali analizzare il programma e fornire ulteriori contributi, secondo Conte «già pervenuti dal Parlamento tramite le linee guida».
Il tutto, ha spiegato il presidente del Consiglio, perché «non ci possiamo più permettere di disperdere il patrimonio di credibilità che spetta alla politica». L’“avvocato del popolo” dunque non passa la mano e anzi rilancia, richiamando a una collettiva «assunzione di responsabilità» per evitare il rischio di «chiuderci in un palazzo e farne uscire discorsi astratti».
Il presidente del Consiglio punta a prendere tempo e posticipare in avanti la resa dei conti nell’esecutivo, o quantomeno a dopo l’approvazione di un piano che richiede tuttavia un accordo tra le diverse anime della maggioranza, e che dopo la presentazione del piano CIAO ( Cultura, infrastrutture, ambiente, opportunità) di Renzi appare ancora lontano. «Le tranche semestrali del piano europeo rischiano di essere sospese o addirittura di dover essere restituite - ha concluso su queso punto Conte facendo riferimento agli avvertimenti arrivati dal commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni - E dunque ben vengano corsie preferenziali e percorsi accelerati».
IL PIANO DI VACCINAZIONE
Conte ha poi toccato il punto del piano di vaccinazione attivo da qualche giorno in Italia e che nelle prime settimane di gennaio entrerà a regime, inserendosi anche nella polemica sull’idea di rendere o meno obbligatorio il vaccino per alcune categorie di cittadini «Non valutiamo una vaccinazione obbligatoria ma confidiamo di poter raggiungere una buona percentuale di popolazione anche su base facoltativa - ha spiegato il presidente del Consiglio - Abbiamo un piano di 470mila dosi vaccinali e abbiamo fatto una scelta di grande prova democratica. Io stesso lo farei subito ma cercherò di rispettare le priorità perché è giusto». La fase uno si concluderà a primavera inoltrata, quando secondo l’esecutivo saranno vaccinate «10- 15 milioni di persone».
Spazio anche per una critica, seppur velata, alla Germania, “rea” di aver acquistato autonomamente 30 milioni di dosi di vaccino Pfizer- BioNtech rispetto a quelle previste dalla Commissione europea. «L’Italia non ha tentato di assicurarsi altre commesse anche perché le dosi negoziate sono assolutamente sufficienti - si è difeso Conte anche perché all'articolo 7 del contratto c’è il divieto di approvvigionarsi per via bilaterale se si accede a livello europeo». Da qui la critica alla scelta tedesca, che tuttavia ha comprato delle dosi già opzionate e non richieste da altri paesi.
Un passaggio, nelle risposte inerenti all’epidemia di Sars- Cov- 2, ha riguardato anche le carceri, con Conte che ha fornito i dati ( «su 53mila detenuti abbiamo 844 casi di positività, di cui 35 sintomatici, in ospedale solo 25» ) assicurando inoltre «massima disponibilità a investire nell'edilizia penitenziaria per migliorare la condizione delle carceri e per la polizia penitenziaria».
IL RIENTRO IN CLASSE
Oltre al tavolo sul Recovery Plan e relative dinamiche interne alla maggioranza, il tema centrale a inizio gennaio sarà il rientro in classe di milioni di studenti, soprattutto per quelli delle superiori che finora erano in didattica a distanza e che dal 7 gennaio torneranno a seguire le lezioni in presenza al 50%. Il presidente del Consiglio ha confermato questa data, messa in discussione negli scorsi giorni da Comitato tecnico scientifico e Associazioni nazionale presidi, specificando che «scuola e trasporti pubblici sono integrati. Le prefetture hanno avuto il mandato di coordinare soluzioni flessibili, città per città, paese per paese». Conte ha spiegato di aver investito «tre miliardi per sostituire la flotta dei bus e 390 milioni per favorire il noleggio di mezzi privati», anche se l’impressione è che sul trasporto pubblico locale la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, stai ancora lavorando a delle soluzioni adeguate. «Abbiamo approfittato di dicembre per un ulteriore passo avanti, in una logica di massima flessibilità - ha concluso Conte - Abbiamo compreso che il sistema è così integrato che non è possibile decongestionare i flussi attorno alla scuola, anche per il trasporto pubblico locale, se non si integrano i comparti diversi, ma abbiamo ricevuto massima disponibilità a differenziare gli orari di ingresso anche negli uffici pubblici».
Il presidente del Consiglio è tornato infine sulla questione della delega ai Servizi segreti, sulla quale da tempo Renzi esorta lo stesso Conte a fare un passo di lato per affidarla a qualcun altro. «C'è la facoltà di cedere la delega, non il dovere», si è difeso Conte, chiedendosi ironicamente se mai qualche forza politica non si fidi del suo operato.