«Annullato il Festival della canapa di Torino. Ottima notizia! E che si aggiunge alle tre chiusure di negozi di cannabis in provincia di Macerata, oggi.

Dalle parole ai fatti!». Dopo aver ingoiato il licenziamento di Siri, il vicepremier Salvini torna su facebook e apre il dossier contro la Cannabis particolarmente indigesto ai 5Stelle. Gran parte dei parlamentari grillini sono infatti per la legalizzazione delle droghe leggere.

Insomma, quella di Salvini ha tutta l’aria di una reazione allo sgarbo Siri.

E dopo aver fatto i complimenti al questore di Macerata - «ha chiuso altri tre negozi Cannabis “legale”, bene così, diventerà un modello - Salvini ha anche annunciato una «direttiva con l’indicazione di chiudere i negozi».

E che il bersaglio di Salvini non sia tanto la cannabis quanto gli alleati di governo grillini, emerge chiaro dal secondo post di giornata del ministro dell’Interno, quello in cui invita Di Maio a ritirare «la proposta sulla droga libera presentata dal senatore dei 5Stelle Mantero». Il motivo: «Non è nel contratto di governo e non voglio lo Stato spacciatore». Poi l’affondo al socio: «Dico a Luigi Di Maio che combattere la droga significa anche combattere la mafia, come dimostrano gli arresti delle ultime ore contro il clan Casamonica». L’ultima parola spetta a Conte che cerca di liquidare le polemiche: «Ho un’agenda molto fitta. Il tema della Cannabis non è all’ordine del giorno».

E messo da parte il dossier Cannabis, Salvini ha riaperto quello migranti puntando dritto contro la ministra della Difesa Elisabetta Trenta colpevole, pur senza mai nominarla di aver autorizzato il soccorso da parte della Marina di una nave con 40 migranti a bordo.

«I porti sono chiusi, io non ne do», ha fatto sapere Salvini stizzito, che poi ha aggiunto : «O si lavora tutti nella stessa direzione o non può esserci un ministro dell’interno che chiude i porti e qualcun altro che raccoglie i migranti. È vero che bisogna chiarire alcune vicende all’interno del governo». Un messaggio rivolto alla ministra della Difesa che non ha replicato ma ha lasciato che parlassero i militari: «Dal ministro Trenta non è arrivata alcuna indicazione particolare hanno fatto sapere fonti interne - ma abbiamo massima fiducia nell’operato della nostra Marina e dei nostri uomini e donne in uniforme».