«MORTI 2000 CIVILI»

Da un lato le bombe, le città sotto assedio e i civili rifugiati nelle stazioni delle metro; dall’altro l’annuncio della volontà di negoziare. La strategia di Mosca a questo punto è chiara: arrivare al tavolo delle trattative da una posizione di forza e con una controparte ferita e umiliata.

Insomma, a Kiev è un nuovo giorno di paura ma anche di speranza.

I parà di Mosca assaltano Kharkiv: cruenti scontri con la resistenza Kiev è circondata da centinaia di blindati, 870mila i profughi

Il secondo round del negoziato tra russi e ucraini previsto per la serata di ieri inizierà invece stamane nella regione bielorussa di Brest. Sull'incontro, che si annuncia tutto in salita, pesa infatti l'enorme incertezza data dalla situazione di guerra che si aggrava di ora in ora. Sul tavolo ci sono le stesse posizioni di lunedì scorso e lo stesso scetticismo. Per i russi la neutralità dell'Ucraina, il suo non ingresso nella Nato, la smilitarizzazione del paese e l'annessione di fatto del Donbass come punti irrinunciabili. Richieste al momento irricevibili per Kiev che chiede invece un cessate il fuoco immediato e il ritiro di tutte le truppe russe dal suolo ucraino come condizione per trattare. Mosca potrebbe in tal senso venire incontro ai rivali e aprire il primo spiraglio di vera diplomazia: il tema di un cessate il fuoco e di un corridoio umanitario sarà infatti discusso durante i colloqui tra le due parti come. ha dichiarato Vladimir Medinsky, consigliere del presidente russo Vladimir Putin e capo della delegazione russa.

Qualunque sarà l'esito del negoziato quella di ieri è stata la settima giornata di guerra sul territorio ucraino durante la quale i russi hanno intensificato in maniera significativa la loro azione militare.

Ad essere prese di mira sono state le città, sia a sud che ad est e ovest. Le battaglie e i bombardamenti più intensi si sono registrati nelle zone di alcuni grandi centri abitati. A cominciare da Kharkiv, secondo centro urbano del Paese nel nord est, dove da giorni si è abbattuto un martellamento di artiglieria e missili. Il preludio a quello che poi è successo ieri quando l'esercito russo ha paracadutato i suoi uomini dando vita a furiosi scontri con i soldati ucraini che, a quanto riportano fonti occidentali, stanno resistendo anche se la situazione appare sempre più disperata di ora in ora.

Ma probabilmente il dramma più intenso è quello che si sta consumando a Mariupol, la strategica città portuale dove vivono 500mila persone. L'eventuale conquista dei russi infatti consentirebbe di creare un ponte di terra tra la Crimea e il Donbass. Per questo da circa 12 ore pesanti bombardamenti stanno martoriando la città, Non è facile capire bene cosa sta effettivamente succedendo tra le due propagande contrapposte. Ci si affida alle testimonianze come quella del sindaco Vadym Boichenko che ha parlato di mezzo milione di persone bloccate forse dagli stessi russi che impediscono a chiunque di uscire. Non si conosce dunque il numero delle vittime civili che si teme possano essere moltissime, la ragione potrebbe essere quella riportata dal vicesindaco Sergiy Orlov che imputa alle forze di Mosca la tattica di distruggere sistematicamente interi distretti, Altro punto caldo è quello del porto di Kherson che si trova nella parte sud dell'Ucraina. Mosca ha fatto sapere di aver preso il controllo completo della città. Funzionari del governo ucraino hanno però smentito la caduta del centro abitato, l'esercito russo avrebbe in mano solo la zona portuale e la ferrovia.

Un accordo per una tregua sarebbe stato invece trovato tra l'amministrazione locale di Konotop, nel nord- est, e le truppe russe che avevano minacciato di ' radere al suolo con l'artiglieria' la città, se non si fosse arresa. Lo ha affermato il capo dell'amministrazione militare regionale, Dmytro Zhyvytsky, sostenendo che l'intesa non prevede ' alcun cambio di governo. Non ci sarà alcun movimento di truppe. La bandiera ucraina è al suo posto', ha assicurato Zhyvytsky, sottolineando che l'accordo prevede di evitare ' provocazioni reciproche'.

Timidissimi segnali enormemente precari tanto più che permane la pressione sulla capitale Kiev che ormai è stata praticamente circondata. Le colonne di mezzi corazzati arrivati da ogni lato due giorni fa anche ieri si sono avvicinati alla città ( 40 km dal centro) e la situazione potrebbe cambiare rapidamente in peggio con lo scoppio di combattimenti casa per casa.

L'Oms ha lanciato l'appello affinché vengano istituiti dei corridoi umanitari per le popolazioni colpite dalla guerra, si tratterebbe di un atto necessario per consentire di evacuare feriti, malati, donne e bambini compresi quelli che necessitano di cure per proprie patologie.

Secondo Kiev i morti civili sarebbero già più di 2mila, una cifra non confermata insieme al numero di soldati russi che avrebbero perso la vita in combattimento ( 6mila). Cresce in maniera esponenziale invece il numero di profughi che secondo fonti delle Nazioni Unite sono già 870mila. Molti sono fuggiti nella vicina Polonia, che finora ha ricevuto più di 450mila persone, altri tentano vie di fuga dall’Ucraina.

Dal lato dell'Unione Europea è ormai assodata l'intenzione di inviare armi all'esercito ucraino anche se è chiara la difficoltà di farle arrivare con il rischio di incidenti gravissimi con i russi. ieri il cancelliere tedesco Scholz ha escluso qualsiasi intervento della Nato anche se Kiev avrebbe chiesto l'istituzione di una no- fly zone sui cieli ucraini, un'eventualità difficile da attuare visto che implicherebbe l'abbattimento di velivoli militari russi con le conseguenze facilmente immaginabili.