Dal “cambiamo tutto! “, che ha spaventato in tanti in campagna elettorale, al “cambiamo quasi tutto”. Potrebbe essere riassunto così il primo approccio alla cultura di Virginia Raggi, in linea con il nuovo corso inaugurato dal Movimento 5 Stelle, chiamato a governare più che ad alzare le barricate, tipiche di chi, all’opposizione, alza la voce per farsi notare. Confermato dalla scelta come nuovo assessore di Luca Bergamo, già coinvolto dai sindaci Rutelli e Veltroni.La sindaca ha presenziato la “prima” del nuovo cartellone del Teatro di Roma. 58 gli spettacoli in cantiere, 22 di produzione propria, 36 messi in scena da compagnie esterne, per un totale di 430 rappresentazioni previste nella stagione 2016-2017, nelle due location dei Teatri Argentina e India. L’annuncio più importante è della prima cittadina, che cercherà di riaprire al pubblico anche il Valle, a due anni dall’occupazione che riaccese i riflettori sulla struttura che sorge nel rione sant’Eustachio. L’iter per il passaggio di proprietà dallo Stato al Comune è iniziato nel 2011 e adesso l’amministrazione si impegna ad avviare i lavori di ristrutturazione che, una volta ultimati, lo trasformeranno nel terzo spazio pubblico destinato al teatro.Raggi ha auspicato che la cultura «possa tornare al centro del dibattito», assicurando che i problemi legati ai finanziamenti «saranno affrontati e superati». In tal senso confortano i dati forniti dal presidente del Teatro, Marino Sinibaldi, indicato peraltro dal principale concorrente di Virginia, Roberto Giachetti, come suo assessore in pectore. Gli spettatori sono aumentati del 50% rispetto al 2014, gli spettacoli del 58%, gli incassi del 65% e le vendite online addirittura del 70. Tutto questo nonostante Comune e Regione non siano più supportati dalla Provincia, un Ente in via di dismissione. L’autofinanziamento non è ancora realtà ma è stata imboccata la strada giusta.La prima cittadina ha lodato l’attenzione «per i temi sociali e quotidiani», al centro del cartellone, e indicato le sue priorità. «Bisogna compiere un miracolo e intercettare i giovani. Il Teatro di Roma deve scendere in strada e raggiungere le periferie». Un bell’assist per il direttore di Radio3, che ha replicando omaggiando con un mazzo di rose rosse la nuova guida del Campidoglio. Non è mancato un riferimento alle Olimpiadi, uno dei temi più caldi in campagna elettorale, con Sinibaldi che ha ricordato come l’attore rappresenti in fondo un “atleta del cuore”, alludendo infine alle nuove scelte che la Raggi potrebbe effettuare negli enti di sottogoverno. «Il nostro teatro è frequentatissimo, anche perchè sorge in un luogo centrale di Roma, all’interno di una delle aree archeologiche più osservate al mondo. Deve essere anche merito dell’Atac, che d’altronde ha lavorato benissimo... », ha scherzato il presidente, strappando un sorriso in platea e alla sindaca chiamata a rivoltare Roma, per ridarle pianificazione e prospettive perse per strada.Rose bianche invece per l’assessore regionale alla cultura Lidia Ravera, che ha ricordato che i «teatri sono fondamentali come le chiese, ne serve uno in ogni comunità». La componente della Giunta Zingaretti ha apprezzato la scelta dello slogan del cartellone, «Umanità in movimento», dedicato al tema della migrazione e dei popoli che si spostano, «per lasciarsi alle spalle miserie e guerre e trovare pace e benessere. Siamo i padroni della “casa della speranza”, dobbiamo accoglierli come fa Lampedusa e non respingerli come tanti altri». Ravera ha rivendicato l’importanza della nuova legge sugli spettacoli dal vivo, «attesa dal ‘78», e invitato il teatro a «sperimentare, investire e coinvolgere gli under 25, che esistono e sono stanchi di stare zitti», come accadrà con il festival della drammaturgia.Il direttore Antonio Calbi ha ricordato che quello capitolino è uno dei sette teatri nazionali riconosciuti dal Ministero, rievocando le recenti celebrazioni del 60esimo gemellaggio con Parigi e il commosso saluto a Luca De Filippo, scomparso lo scorso novembre. Tantissimi gli appuntamenti di rilievo. L’omaggio a Pasolini, con Ragazzi di vita, Lehman Trilogy, presentato come un «capolavoro», il Natale in casa Cupiello, il Macbeth di Shakespeare, la rivisitazione dell’Odissea e de Il viaggio di Enea mentre Emilia segna l’atteso sbarco a Roma di Giulia Lazzarini. E ancora la straordinaria attualità di 28 battiti, dedicato alla discussa figura di Alex Schwazer, Prima della bomba, che racconta la conversione all’Islam di tre ragazzi, pronti a farsi esplodere in metropolitana, Il testimone, sulla trattativa Stato-Mafia, e Tumore, dedicato a un malato terminale. La musica è pericolosa vedrà Nicola Piovani al pianoforte, Vento da Sud Est cinque migranti sbarcati in Sicilia sul palco. Temi forti e coraggiosi, come la locandina del cartellone, che ritrae un ermafrodito. Un uomo-donna del Rajasthan, odalisca e principessa, che coniuga meraviglia e mistero. Un omaggio agli altri mondi, tanto distanti da quelli europei. Per stupire la Capitale, il Teatro di Roma guarda lontano. E sembra avere conquistato la Raggi.