Altro che complicato, il negoziato a Bruxelles al Consiglio europeo straordinario. Non solo non si vede all’orizzonte un’ipotesi di accordo ma nemmeno quanto ci vorrà e se, come appare inevitabile, bisognerà ricorre ai tempi supplementari e alla ripetizione della partita. Agricoltura come problema eterno, con il coltello tra i denti tra Nord contro Sud; i fondi inglesi che non ci sono più ( più di 60 miliardi) il nuovo Green Deal da finanziaria per lanciare la svolta ambientalista e i fondi per la rivoluzione digitale, più naturalmente le sperse per investimenti e gli aiuti ai paesi meno performanti.

Una partita decisiva per il futuro della Ue. Il premier Conte ha indicato le stesse cose: «È un negoziato complicato, bisogna essere ambiziosi e servono dotazioni finanziarie adeguate». Il commissario all'economia Paolo Gentiloni ci ha messo anche «lo stato di diritto e i diritti umani, che restano fondamentali per il modello di vita e di società europea» , perché non c’è economia se non ci sono anche le garanzie di libertà e di rispetto per le persone. Tutti hanno detto la loro. Il francese Macron è ambizioso: «Sarebbe inaccettabile avere un'Europa che compensa la partenza dei britannici riducendo i propri mezzi».

E dal Parlamento europeo, che sarà chiamato a votare sull’intesa per darle il via libera finale, è arrivato l’altolà del presidente, l’italiano David Sassoli: «E’ un bilancio che non aiuta ad accorciare le distanze nell’Ue e questo è un tema politico». «I tagli proposti su agricoltura e coesione sono inaccettabili», ha continuato Sassoli, «come potremo accorciare le distanze tra centro e periferia, se riduciamo i fondi per la coesione, oppure come potremo sviluppare un’Europa verde se non investiamo nell’agricoltura? È interesse di tutti rompere la dicotomia artificiale tra contribuenti e beneficiari: tutti gli Stati membri, senza eccezioni, traggono vantaggi dall’Ue. Tutti hanno grandi benefici dal bilancio europeo e ancora di più dal mercato unico, di cui il bilancio è una componente fondamentale», ha sottolineato.

Il presidente del Consiglio europeo, il belga Michel, punta ad un bilancio pluriennale di 1095 miliardi di euro ( 1,07 del Pil) ma le sue ipotesi sono contestatissime, mentre la Commissione vuole arrivare all’ 1,11 e il Parlamento di Strasburgo chiede l’ 1,3%. E il ministro italiano Bellanova tuona in una lettera a Conte contro i tagli all’agricoltura proposti da Michel, «il capitolo agricolo subisce una decurtazione assolutamente non accettabile e non comprensibile».

L’unica buona notizia sembra essere quella che non verrebbero tagliati all’Italia i fondi strutturali: dal 2021 l'Italia potrebbe essere l'unico a non dover aumentare la propria quota per colmare il buco da 10- 12 miliardi l'anno creato dalla Brexit. È quanto emerge dalla proposta messa oggi sul tavolo del vertice straordinario Ue dal presidente del Consiglio Europeo Charles Michel.