L'ambasciatore russo ad Ankara, Andrey Karlov, è stato ucciso in un attentato. Colpito a morte mentre parlava a una mostra fotografica da un uomo che si è finto la sua guardia del corpo. Giacca nera e cravatta, ha cominciato a sparare gridando "vendetta" e poi "Aleppo" o "noi moriamo in Siria, voi morite qua". Le forze speciali turche hanno fatto irruzione nella galleria d'arte e hanno ucciso l'aggressore, che però aveva ferito anche altre tre persone. Il diplomatico sarebbe spirato sul posto, dove gli sarebbero state prestate invano le prime cure.

Fonti dell'ambasciata precisano che il diplomatico stava tenendo un discorso alla Galleria di Arte contemporanea, per la mostra fotografica "La Russia vista dai turchi". Un video mostra il momento dell'attacco: l'uomo ha la pistola in pugno e grida: "Non dimenticatevi di Aleppo, non dimenticatevi della Siria". Poi la firma mortale, "Allah Akbar". La zona dell'attacco è chiusa al traffico e sotto stretta sorveglianza delle forze di sicurezza. Sul posto anche il ministro degli Interni turco, Suleyman Soylu. Sarebbe riuscito a entrare nel centro culturale esibendo un tesserino della polizia.

Secondo testimoni oculari, l'uomo prima avrebbe esploso alcuni colpi in aria con una pistola e poi l'avrebbe rivolta contro il diplomatico, scandendo slogan islamisti. Mentre sparava avrebbe inoltre avvertito: "Non uscirò vivo da qui, non vi avvicinate!". Il presidente russo Vladimir Putin è stato subito informato. Il portavoce Dmitri Peskov riferisce che sono in corso consultazioni con il ministro degli Esteri, Sergey Lavrov e con i servizi di sicurezza. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova definisce l'omicidio di Karlov "un atto terroristico" e sottolinea che la questione sarà posta lunedì al Consiglio di sicurezza dell'Onu: "Oggi è un giorno tragico per la diplomazia russa".

Da giorni in Turchia si susseguono manifestazioni di protesta contro Mosca per la città siriana ripresa quasi completamente dalle forze governative grazie al decisivo appoggio militare russo. Le proteste di massa ad Ankara e Istanbul sono contro le rappresentanze diplomatiche di Russia e Iran, accusati dai manifestanti di essere responsabili anche della mancata evacuazione di civili nei giorni scorsi da Aleppo est. Secondo il sindaco di Ankara, Melih Gokcek, l'attacco è stato commesso per danneggiare le relazioni tra Turchia e Russia.

I primi a condannare l'attentato sono gli Stati Uniti: "Condanniamo l'attacco, da dovunque sia arrivato. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con lui e la sua famiglia", dichiara il portavoce del Dipartimento di Stato, John Kirby. "Vicini alla Federazione Russa per l'orrenda uccisione dell'ambasciatore #Karlov ad #Ankara", scrive su Twitter il premier italiano Paolo Gentiloni.

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L'assalitore vicino all'ambasciatore Andrei Karlov, qualche istante dopo l'aggressione alla mostra di arte ad Ankara (AP Photo/Burhan Ozbilici)[/caption]