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Donald Trump si è consegnato ieri al tribunale di Atlanta dove è incriminato per aver tentato di sovvertire i risultati delle presidenziali del 2020 in Georgia. L’ex presidente ha dovuto subire ancora una volta l’umiliazione di lasciare le proprie impronte digitali e di farsi fare una foto segnaletica. Poi ha lasciato l’edificio dopo aver pagato una cauzione di 200mila dollari. «Questo caso è una lotta per il nostro modo di vivere». Aveva detto alla vigilia Rudy Giuliani, l'ex sindaco di New York nonché storico legale del tycoon. Anche lui aveva pagato una cauzione (150mila dollari) stabilita dai pubblici ministeri. Anche Giuliani infatti è coinvolto insieme ad altre diciannove persone nel caso che vede l'ex presidente alla sbarra. Il tentativo di fare pressioni sulle autorità elettorali della Georgia per ribaltare il risultato che aveva visto vincitore Joe Biden.
Giuliani e Trump devono affrontare il maggior numero di accuse tra tutti i protagonisti della vicenda. Sette degli altri coimputati sono arrivati ad Atlanta mercoled’ sera per essere processati, tra cui un legale, John Eastman, il cauzionista della Georgia Scott Hall e Sidney Powell, un altro avvocato che presumibilmente ha rivestito un ruolo centrale negli sforzi per minare i risultati in Georgia. Si sono dovuti consegnare anche l'ex presidente del Partito Repubblicano dello stato David Shafer, insieme a Cathy Latham, Ray Smith III e Kenneth Chesebro.
I pm della contea di Fulton hanno fissato il termine ultimo di mezzogiorno, ora locale di oggi, per presentarsi. Compariranno quindi in tribunale per ascoltare le accuse contro di loro in un secondo momento. A tutti sono state scattate foto segnaletiche poi pubblicate sul sito web della contea di Fulton in poche ore. Così come Giuliani, il tycoon deve affrontare 13 accuse tra cui il reato di racket e naturalmente ingerenza elettorale. Trump deve ancora presentare appello, ma ha sempre negato di aver commesso illeciti e sostiene che in realtà le accuse sono politicamente motivate. Per suffragare questa tesi ha più volte attaccato il procuratore distrettuale di Atlanta definendola un esponente della sinistra radicale.
In un post pubblicato mercoledì sulla sua piattaforma di social media, Truth Social, Trump si è dichiarato orgoglioso di essere arrestato. Per rimanere in libertà ha dovuto pagare una cauzione di 200 mila dollari vincolata da alcune condizioni per il rilascio, come il divieto di utilizzare i social media per minacciare direttamente o indirettamente presunti cospiratori o potenziali testimoni. Ma mentre l'ex presidente gioca la carta del perseguitato politico e difensore della democrazia, il fronte degli accusati già comincia a mostrare qualche crepa.
Se è vero che Forbes stima il patrimonio personale di Trump in 2,5 miliardi di dollari, diversi imputati hanno cominciato a criticarlo perché non ha assunto le spese legali della loro difesa. L'ex avvocato di The Donald, Jenna Ellis, ha scritto ad esempio su Twitter: «se questo caso è diventato un principio così grande per un solo uomo. Allora perché MAGA, Inc non finanzia la difesa di tutti?». Un altro ex legale di Trump, Michael Cohen, oggi suo feroce critico, ha dichiarato alla CNN martedì che Trump non stava pagando i costi che deve sostenere il fido di Giuliani.