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«Non escludiamo nulla, gli scioperi generali non si minacciano, ma si fanno quando è il momento di farli e oggi una manifestazione di questa natura indica il consenso che oggi il sindacato ha e il consenso che il governo non ha». Con queste parole il segretario della Cgil Maurizio Landini ha aperto il corteo dei lavoratori a Bologna. Trentamila le persone in piazza Maggiore, a Bologna, alla manifestazione organizzata dai sindacati confederali per protestare contro le politiche sul lavoro e sociali del governo guidato da Giorgia Meloni.
E Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, ha ribadito: «Non ci piace questo metodo che ci fa arrivare a cose fatte, non si illuda il governo, da solo non ce la farà. Gli italiani hanno bisogno di risposte immediate che non possono arrivare da una sola voce, con presunzione di autosufficienza, come fa il governo, credendo di avere in tasca le risposte già pronte. Si può far ripartire questo Paese solo insieme».
«Grazie di essere qui – ha aggiunto Sbarra – in tanti assieme al sindacato, ancora una volta ci siamo lasciati il primo maggio e ci ritroviamo oggi per far sentire forte la voce del lavoro, siamo qui con le nostre idee, ragioni, proposte, priorità e contenuto che hanno guadagnato spazio e forza grazie alla mobilitazione di questa settimana. Serve un grande soprassalto di consapevolezza tutti devono capire che il momento è adesso, il Paese non può aspettare oltre».
Su «lavoro, previdenza e fisco» il «governo non dà risposte», ha detto Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil, ai cronisti a Bologna a margine della manifestazione sindacale unitaria di questa mattina. Oggi «non è una giornata contro il decreto lavoro: la mobilitazione era partita prima ma è chiaro che in questa giornata entrano anche le motivazioni sul lavoro», aggiunge.
In piazza con i sindacati anche la segretaria del Pd Elly Schlein e quello di Sinistra italiana Nicola Fratoianni. «Siamo al fianco di questa mobilitazione – ha detto la segretaria del Pd- su una piattaforma unitaria di Cgil Cisl e Uil perchè condividiamo molte di queste rivendicazioni, di queste battaglie, soprattutto a pochi giorni dall’approvazione di un decreto che è una provocazione». Lo è «approvare il primo maggio, giorno di festa e di lotta, un decreto che dietro il taglio al cuneo fiscale che è largamente insufficiente e temporaneo non strutturale, nasconde delle norme che producono precarietà perchè dicono che i contratti a termine e le loro causali addirittura nel confronto tra le parti, come se le parti avessero lo stesso potere, ma non hanno lo stesso potere. C’è una parte che è in grado di dare lavoro e una parte che ha bisogno del lavoro per mangiare».
Anche Fratoianni ha ribadito che «è giusto essere qui a questa manifestazione a Bologna di Cgil Cisl e Uil. Questo Paese è ammalato di diseguaglianze crescenti inaccettabili, questo Paese è ammalato di una precarietà insopportabile. Servono risposte, ma le risposte che vengono da questo governo sono quelle sbagliate».
Quella di Bologna è la prima della tre manifestazioni indette da Cgil, Cisl, Uil "Per una nuova stagione del lavoro e dei diritti”. Una mobilitazione organizzata unitariamente per ottenere un cambiamento delle politiche economiche, sociali e occupazionali, che proseguirà il 13 maggio a Milano e il 20 maggio a Napoli.