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Regno Unito, Canada e Australia hanno annunciato formalmente il riconoscimento dello Stato di Palestina, aprendo la strada a un fronte internazionale sempre più ampio. La mossa arriva alla vigilia dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, dove la guerra a Gaza e il conflitto israelo-palestinese saranno al centro del dibattito. Secondo fonti diplomatiche, altri Paesi sono pronti a unirsi: la Francia con il presidente Emmanuel Macron farà l’annuncio ufficiale a New York, seguita da Portogallo e Lussemburgo.
Starmer: «Un passo per la pace»
Il premier britannico Keir Starmer ha motivato la scelta come atto di responsabilità: «Di fronte al crescente orrore in Medio Oriente, stiamo agendo per mantenere viva la possibilità di pace e di una soluzione a due Stati. Ciò significa un Israele sicuro e protetto accanto a uno Stato palestinese vitale. Al momento, non abbiamo né l’uno né l’altro». Già a luglio Starmer aveva promesso il riconoscimento se Israele non avesse accettato un cessate il fuoco a Gaza e permesso aiuti umanitari.
Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas ha definito il riconoscimento «un passo importante e necessario verso la pace giusta e duratura». Hamas ha accolto la decisione parlando di «giusto risultato della lotta, della determinazione e dei sacrifici del nostro popolo sulla via della liberazione e del ritorno». Nel frattempo i bombardamenti israeliani sulla Striscia continuano: dall’alba di domenica sarebbero almeno 55 i palestinesi uccisi, 37 solo a Gaza City.
Netanyahu: «Non ci sarà mai uno Stato palestinese»
Durissima la reazione del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ha escluso categoricamente la prospettiva: «Non accadrà. Non verrà istituito uno Stato palestinese a ovest del fiume Giordano». Netanyahu ha accusato i leader occidentali di aver dato «un premio a Hamas» e ha annunciato che risponderà ufficialmente dopo il viaggio negli Stati Uniti. Venerdì interverrà all’Onu e lunedì sarà ricevuto alla Casa Bianca da Donald Trump, che già aveva espresso disapprovazione per l’iniziativa. A esasperare i rapporti con Londra e con i partner occidentali contribuisce anche l’espansione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania, area rivendicata dai palestinesi per il loro futuro Stato insieme a Gaza e Gerusalemme Est. Il ministro di estrema destra Itamar Ben-Gvir ha dichiarato di voler presentare al governo una proposta per «l’immediata applicazione della sovranità israeliana» sui territori cisgiordani, alimentando ulteriormente lo scontro politico-diplomatico.