Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha affermato durante una riunione di gabinetto: «Abbiamo un Paese con un esercito e non un esercito con un Paese». Questa dichiarazione riflette la sua presunta polemica con la leadership militare riguardo alla gestione della guerra contro Hamas.

Il primo ministro di Israele Netanyahu ha sottolineato di aver preso decisioni cruciali per eliminare Hamas, decisioni che non sempre vengono accettate dai vertici militari. Questo commento arriva dopo che le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno annunciato una «pausa tattica» per consentire un maggiore accesso agli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.

La "pausa tattica", iniziata ieri e prevista dalle 8:00 alle 19:00 lungo una specifica strada di Gaza, non è passata per l'approvazione dell'esecutivo. Ed infatti Netanyahu si è espresso contro alcune misure umanitarie, forse per placare l'ala più estremista della sua coalizione.

Le IDF hanno precisato che le operazioni militari a Rafah continuano e che l'asse per il trasporto delle merci resterà aperto solo per la fornitura di aiuti umanitari. Le forze israeliane hanno respinto le affermazioni secondo cui il governo non era a conoscenza della pausa tattica, affermando che la decisione è stata presa dal Comando sud.

I  morti a Gaza dall’inizio del conflitto

Il ministero della Sanità della Striscia di Gaza, governata da Hamas, ha annunciato che oltre 37.000 persone sono morte dall'inizio della guerra con Israele il 7 ottobre. Nelle ultime 24 ore, 41 persone sono state uccise e oltre 85.000 sono rimaste ferite in più di otto mesi di conflitto. La situazione resta tesa, con Netanyahu che difende le sue scelte strategiche mentre le IDF cercano di bilanciare le operazioni militari con le necessità umanitarie. La comunità internazionale continua a monitorare attentamente gli sviluppi nella regione.