Casualità o inquietante coincidenza? Un interrogativo non di poco conto. Nel giro di due giorni in Russia si sono verificati alcuni episodi collegati fra loro. Venerdì 8 dicembre il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato che si ricandiderà per un nuovo mandato presidenziale in vista delle elezioni del 17 marzo 2024. Un gesto di generosità – ha riferito l’entourage del boss del Cremlino - per gestire al meglio il momento particolare che sta affrontando la Russia. Più o meno nelle stesse ore veniva diffusa la notizia riguardante il maggiore oppositore di Putin, Alexei Navalny. Lo staff legale del dissidente, detenuto in regime di carcere duro in una colonia penale, ha fatto sapere di non essere più in grado di comunicare con Navalny da tre giorni. La portavoce Kira Yarmysh ha detto che Navalny «risulta scomparso da tre giorni» e di «non sapere dove si trovi». Agli avvocati, inoltre, è stato negato l’ingresso in carcere per visitare il loro assistito. Pare che Navalny abbia avuto un collasso in cella. A riferirlo è sempre Yarmysh, che ha parlato di vertigini e di un intervento dei sanitari che avrebbero assistito Navalny con una flebo. Sempre la portavoce del dissidente ha detto che Navalny non riceverebbe i pasti giornalieri nella colonia penale IK-6.

Leonid Solovyov, avvocato di Navalny, contattato dal Dubbio, ha detto a sua volta che non vede il dissidente politico da una settimana e che, per il momento, preferisce non aggiungere commenti. L’avvocato si dice preoccupato e si sta organizzando per entrare in contatto con le autorità del carcere e con il proprio assistito.

Il 7 dicembre, inoltre, il sito web della campagna “Russia senza Putin”, con il sostegno del "Team Navalny" e di altre organizzazioni anticorruzione, ha promosso l’affissione a Mosca e in altre città russe di alcuni cartelloni pubblicitari contenenti un codice QR che riportavano direttamente al sito “Russia senza Putin”. Su internet nessun richiamo ai portali riconducibili a Navalny. Il famigerato Roskomnadzor, il servizio federale che monitora e controlla l'accesso ai mass media in Russia, applicando di fatto la censura, ha fatto rimuovere i manifesti. A ciò si è aggiunta la decisione di non far pubblicare codici QR sulle nuove affissioni per evitare di reindirizzare gli utenti su siti internet dell’opposizione e leggere contenuti non graditi al Cremlino.

In due giorni alcuni fatti, compresa la (momentanea) scomparsa di Alexei Navalny, che fanno riflettere sul solito modo di agire delle autorità russe, preoccupate di silenziare chi non si uniforma al Putin-pensiero.