Non c'è nessuno in Israele che non abbia visto l'immagine della vittoria: l'arresto dell'attrice Maisa Abd Elhadi. Attori, influencer, membri della Knesset e persino il ministro della Sicurezza nazionale hanno infatti condiviso la foto che ritrae Abd Elhadi sotto la bandiera israeliana con le mani ammanettate.

L'attrice arabo-israeliana è stata accusata di incitamento al terrorismo e di aver espresso solidarietà ad un'organizzazione terroristica: ha condiviso sul suo account Instagram post che presumibilmente esprimevano gioia per i massacri di Hamas del 7 ottobre nelle comunità israeliane vicino al confine con la Striscia di Gaza.

C'è molto da dire su questi due post e su Abd Elhadi e la sua decisione di caricarli: di certo si tratta di post offensivi e ripugnanti e la scelta di caricarli è stata stupida, spietata. Ma attribuire ai due post, per quanto ripugnanti, sostegno ad Hamas o ad atti di terrorismo, e quindi arrestare persone, per ora, arabe a causa di quegli stessi post è sbagliato e pericoloso Qual'è il prossimo passo? Arrestare coloro che chiedono le dimissioni di Benjamin Netanyahu per incitamento contro il primo ministro in carica?

Senza contare che siamo di fronte a una palese discriminazione: arrestano un’attrice per aver scritto su internet dei post antisraeliani ma non arrestano gli autori di post che chiedono la “morte agli arabi”, o quelli di chi chiede l'uccisione dei palestinesi.

La realtà è così cupa che se chiedi un cessate il fuoco, devi essere un sostenitore del terrorismo. In questo modo continuano ad approfondire l’idea del “nemico dentro di noi”, a seminare paura e a trascurare la sicurezza dei cittadini arabi, che in ogni caso è già trascurata.

Così la nostra Israele rischia di trasformarsi in uno Stato che perseguita gli arabi in un modo spaventoso e senza precedenti. Un avvocato ebreo può pubblicare video su TikTok con il disgustoso nome utente “The Beheader” e promettere di dare la caccia ai cittadini arabi per qualsiasi espressione, senza timore di indagini o di revoca della sua licenza.

La direzione di un ospedale, invece, licenzia un medico arabo, direttore del reparto di terapia intensiva, e arriva addirittura a rivolgersi alla polizia. Perché? Perché nel giugno 2022 ha caricato la foto di una bandiera islamica con una colomba e un ramoscello d'ulivo. Aspettate: la colomba della pace e il ramoscello d'ulivo non sono un'invenzione israeliana?

Potrei continuare a scrivere sempre più casi di ultranazionalismo, razzismo, persecuzione, discriminazione. Ma mi sembra che in questo momento, in questa situazione pericolosa, non rimanga altro che chiedere a tutti di sfruttare tutti gli attributi della gentilezza e di mettere da parte con forza gli attributi del giudizio. Non solo per Abd Elhadi. Lei dovrebbe scusarsi per i post che ha condiviso. Voglio credere con tutto il cuore che non avesse capito le dimensioni della strage del 7 ottobre. Forse avrebbe dovuto scrivere un post di scuse, magari chiedere perdono alla famiglia della donna rapita. Ma il suo arresto non era necessario. Non testimoniava la ricerca della giustizia, ma un'atmosfera di caccia alle streghe. Calmiamoci tutti. Tutto è già così fragile.