Non si potrà dire che Papa Francesco non ci avesse avvisati, che non abbia tentato in tutti i modi di smuovere le nostre coscienze. Lo ha ripetuto anche sabato durante la sua visita a Lesbo: siamo - ha detto - davanti alla più grande tragedia dopo la seconda guerra mondiale. Il monito del papa oggi si è concretizzato in un numero terribile, pesantissimo. Quattrocento persone sarebbero morte nel mediterraneo al largo dell'Egitto. Le autorità egiziane ed europee stanno cerando di verificare l'attendibilità della notizia. Ma se fosse così, come una maledizione, ci sarebbe anche la coincidenza con la tragedia di un anno fa, quando morirono 800 persone. Sperando, fino all'ultimo che la notizia venga smentita, e che non si debbano contare altri 400 cadaveri, gli arrivi e le morti continuano. Domenica, sempre nel canale di Sicilia, dinanzi alla costa libica, è stato intercettato un barcone alla deriva con sei cadaveri a bordo: due persone sono morte nelle concitate fasi di salvataggio e sarebbero almeno 21 i dispersi. Il barcone è stato intercettato a circa 30 miglia a nord da Sabratha: era semiaffondato e col motore fuori uso. Tra i 108 sopravvissuti persone del Gambia, della Guinea Bissau, della costa d'Avorio, del Togo, Nigeria, Senegal, Mali, Sudan, Etiopia ed Eritrea. No della Germania al "migration compact" italianoIl presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, "è contento" della proposta italiana di un patto europeo per l'immigrazione, presentato ufficialmente venerdì scorso. Lo ha detto il capo del servizio dei portavoce dell'esecutivo comunitario, Margritis Schinas, nel corso del briefing con la stampa. "Mantenere aperte le frontiere interne e controllare quelle esterne è nell'agenda per l'immigrazione della Commissione, e Juncker è contento di vedere che è anche nell'agenda dell'Italia". Ma la Germania non è d'accordo e boccia la proposta degli eurobond. “Non vediamo nessuna base per l’emissione di titoli di debito comuni per finanziare le spese degli Stati membri per le politiche migratorie”, ha commentato il portavoce dell’esecutivo tedesco, Steffen Seibert. Le reazioni Di fronte alle continue tragedie, "c'è veramente bisogno di pensare", ha commentato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Una ragione in più per noi per dire all'Europa che in questo momento non deve innalzare muri, ma moltiplicare i propri sforzi", gli ha fatto eco il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. Bisogna "fare di più", ha invocato Federica Mogherini, anche lei a Lussemburgo per il Consiglio affari Esteri Ue. Per Mogherini in questo anno "molto è stato fatto, ma molto resta ancora da fare"; e la soluzione, ha ricordato, passa anche per la "dimensione esterna" del fenomeno. I dati FrontexIntanto oggi Frontex, l'agenzia Ue che si occupa dei migranti, ha reso noti i dati sugli sbarchi nel mese di Marzo. Se sulle isole greche si sono registrati 26.450 arrivi, meno della metà rispetto al mese precedente, la rotta del Mediterraneo centrale che porta i profughi sulle coste italiane ha registrato 9.600 arrivi, oltre il doppio rispetto a febbraio mentre nello stesso mese dell'anno scorso erano stati 2.283. Il calo degli sbarchi in Grecia è stato marcato soprattutto a partire dal 20 marzo e la tendenza si sta confermando anche in aprile, sottolinea in una nota il direttore dell'agenzia Fabrice Leggeri, che quantifica in meno di un centinaio al giorno gli arrivi sulle isole greche in questo mese. Ma Frontex sottolinea anche che l'aumento degli arrivi in Italia non è da attribuire a uno spostamento dalla rotta balcanica: l'origine dei migranti è infatti diversa, e in Italia continuano ad arrivare soprattutto dall'Africa subsahariana.