Sembra una storia già scritta quella dell’ex presidente Luiz Inàcio Lula da Silva che dopo il carcere, la pubblica gogna e il fango politico sta tornando sulla ribalta politica brasiliana per l’ennesima volta. L’anziano leader del partito dei lavoratori ( Pt) è infatti il principale favorito per la vittoria alle elezioni presidenziali del 2 ottobre, con un vantaggio di 18 punti percentuali sul candidato in carica, l’esponente di estrema destra Jair Bolsonaro che paga il prezzo salatissimo un mandato disastroso, contrassegnato conflitti interni con i militari e il potere giudiziario, dal nepotismo e soprattutto dalla sciagurata gestione della pandemia.

È quanto emerso dall’ultimo sondaggio condotto dall’Istituto Datafolha che assegna a Lula il 47% delle intenzioni di voto, invariato rispetto alle rilevazioni di giugno. Bolsonaro ha aumentato leggermente le sue intenzioni di voto, passando dal 28% di giugno al 29% di luglio, riducendo il vantaggio di Lula da 19 a 18 punti percentuali. Secondo l’istituto Datafolha, Lula ha la possibilità concreta di vincere con la maggioranza assoluta già la sera del 2 ottobre, il che significherebbe che sarebbe eletto presidente senza bisogno di un ballottaggio previsto per il 30 ottobre. In Brasile, per essere eletto al primo turno, il candidato deve ricevere almeno il 50 per cento più 1 dei voti validi o ricevere più voti di tutti gli avversari messi insieme. In questo calcolo non vengono presi in considerazione però i voti bianchi o nulli. Secondo la proiezione Datafolha, lo scenario fotografato nell’ultimo sondaggio darebbe a Lula l’elezione immediata, dato che il totale dei voti degli altri candidati è del 42 per cento.

Sono, inoltre, distanziati tutti gli altri candidati: il laburista Ciro Gomes, a luglio ha ottenuto lo stesso 8% delle intenzioni di voto di giugno; la senatrice Simone Tebet, candidata il giorno prima per il Movimento Democratico Brasiliano ( MDB), la principale forza centrista del Paese, è al quarto posto con solo il 2% dei voti, in crescita rispetto all’ 1% di giugno. Altri tre candidati hanno registrato solo l’ 1% di intenzioni di voto e gli altri non hanno raggiunto questa soglia.

Si tratta del sesto assalto alla presidenza lanciato dal leader operaio: dopo aver perso nel 1989, 1994 e 1998, Lula ha vinto le elezioni del 2002 e del 2006, anno in cui ha sconfitto al ballottaggio Geraldo Alckmin, oggi suo candidato vice.

Oltre all’elezione del presidente e del vice il 2 ottobre verranno anche assegnati 513 seggi della Camera dei deputati e 27 degli 81 scranni del Senato. Secondo il calendario stabilito dal Tribunale superiore elettorale ( Tse) gli eventi congressuali si svolgono tra il 20 luglio e il 5 agosto, dopo i quali i partiti possono registrare le candidature entro il 15 agosto. Il giorno dopo, il 16 agosto, partirà ufficialmente la campagna elettorale. Dal 26 agosto al 30 settembre saranno consentite le tribune elettorali e la propaganda su giornali, radio e televisioni. Il primo ottobre, vigila del primo turno, si celebrerà il silenzio elettorale.