Lo sport diventa un'opportunità di cambiamento e crescita anche per i detenuti. In corso c’è una importante iniziativa che sta portando il potere salvifico dello sport all'interno dei penitenziari italiani, offrendo una speranza di rieducazione e una nuova prospettiva per le persone ristrette.

Mercoledì scorso, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha presentato un piano ambizioso durante l'evento “Lo Sport abbatte le barriere” presso la casa circondariale femminile ' Germana Stefanini' di Rebibbia a Roma. Il progetto, chiamato ' Carceri' e promosso dal ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, insieme al Dipartimento per lo Sport e a Sport e Salute, mira anche a trasformare le caserme dismesse in spazi sportivi per le comunità dei detenuti. Questa iniziativa ha coinvolto oltre 10.000 detenuti in 60 istituti penitenziari per adulti, 13 per minori e 25 comunità di accoglienza per minori in tutto il Paese. È stato finanziato con 3 milioni di euro, grazie alla candidatura di 116 associazioni e società sportive provenienti da 19 diverse regioni italiane.

Durante l'evento, il ministro Abodi ha sottolineato l'importanza di considerare lo sport come uno strumento di difesa immunitaria sociale. Ha parlato dell'articolo 27 della Costituzione italiana, che sottolinea l'umanità e la rieducazione, entrambe valori che lo sport può aiutare a promuovere. Ha anche evidenziato che lo sport non dovrebbe limitarsi alle carceri, ma dovrebbe estendersi ai quartieri, ai parchi e ad altri spazi di inclusione sociale.

Un altro protagonista di questa iniziativa è Vito Cozzoli, il presidente e amministratore delegato di Sport e Salute S. p. A., che ha sottolineato come lo sport possa contribuire al benessere psico- fisico delle persone detenute e al loro recupero in contesti difficili. Ha annunciato che a giugno inizieranno le attività formative per gli operatori e i tecnici delle associazioni e degli enti che lavoreranno all'interno dei penitenziari. Inoltre, entro la fine del 2023, verrà lanciato un altro avviso per finanziare attrezzature fisico- sportive per gli istituti penitenziari. Anche il Capo Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo, ha evidenziato l'importanza dello sport come mezzo per promuovere il rispetto delle regole, il gioco di squadra e l'assistenza reciproca. Durante l'evento, sono state condivise testimonianze toccanti di atleti di successo, come Clemente Russo, Aldo Montano e Nunzio Mollo, che hanno sottolineato come lo sport abbia avuto un impatto positivo sulle loro vite.

Ma la parte più interessante dell'evento è stata il momento di confronto e dialogo tra alcune detenute dell'istituto di Rebibbia e due attori della popolare serie televisiva ' Mare Fuori', Giovanna Sannino e Antonio D'Aquino. Durante questa conversazione, le detenute hanno espresso i loro complimenti agli attori per aver rappresentato con sincerità ed empatia le emozioni e i sentimenti di chi vive in prigione. È stato un momento intenso e profondo, in cui le storie e le esperienze delle detenute sono state ascoltate e comprese. È emerso quanto sia importante dare voce a chi vive il periodo detentivo, cercando di superare gli stereotipi e comprendendo le sfide che affrontano quotidianamente.

Lo sport, in questo contesto, diventa uno strumento di inclusione e di recupero per le persone detenute. Oltre ad offrire un'occasione di svago e di attività fisica, permette loro di lavorare in squadra e di imparare l'importanza del rispetto reciproco e delle regole. Grazie a iniziative come il progetto ' Carceri', le comunità dei detenuti hanno la possibilità di riscattarsi, di trovare una nuova motivazione e di creare un cambiamento positivo nelle loro vite. Lo sport diventa un'opportunità per guardare al futuro con speranza e per creare una reale possibilità di reinserimento nella società. Il Piano Sociale per lo Sport, denominato Sport di Tutti, è stato presentato al Capo dello Stato il 1° febbraio scorso. Uno dei pilastri fondamentali di questo piano è proprio l'implementazione di progetti sportivi nelle carceri italiane, che comprendono attività di preparazione fisica, formazione tecnica e reinserimento lavorativo nel mondo dello sport per gli ex- detenuti. Il piano prevede un programma di formazione specifico sullo sport di base in carcere, rivolto agli operatori sportivi e al personale delle amministrazioni penitenziarie, al fine di fornire loro le competenze necessarie per gestire in modo efficace le attività sportive e migliorare la qualità della vita all'interno delle strutture carcerarie. Come già detto, l'entusiasmo e l'interesse per il progetto si sono concretizzati nella partecipazione di 116 associazioni e società sportive provenienti da 19 diverse regioni italiane. Lo sport rappresenta un potente strumento di cambiamento e di promozione di valori come il fair play, il rispetto e la disciplina. Attraverso la pratica sportiva, i detenuti potranno sviluppare competenze fisiche, cognitive ed emotive, migliorando il loro benessere psicofisico e apprendendo importanti lezioni di collaborazione e resilienza.