Quattro notti di scontri e saccheggi. Milletrecento fermati, 79 poliziotti feriti, 2560 incendi, 1350 auto bruciate. Un morto. È quel che resta degli ultimi quattro giorni di tensione in Francia, dopo l'uccisione di Nahel M, il 17enne colpito a morte da un poliziotto durante un controllo stradale. 

A Nanterre intanto si sono svolti i funerali del ragazzo in forma privata senza telecamere e cortei. «È ingiusto quello che è successo ma bisogna tornare alla calma», ha detto un signore al Tg1. Ma subito dopo i giornalisti sono stati costretti ad andarsene, mentre la mamma del ragazzo chiedeva giustizia. «Non ce l’ho con la polizia, ma con il poliziotto che ha sparato – ha detto la donna  – ora voglio giustizia». 

Il presidente francese Emmanuel Macron ha annullato il viaggio previsto in Germania e ha puntato il dito contro i social, colpevoli secondo lui di alimentare gli scontri. «Abbiamo visto organizzare azione violente su alcuni social come Snaèachat e Tiktok ma anche una fuga dei giovani dalla realtà, come se stessero vivendo per strada quel che vedono nei videogiochi», ha detto Macron. 

E ha detto la sua anche Kylian Mbappe, il calciatore più famoso di Francia. «Molti di noi vengono da quartieri popolari ma oltre al dolore per la morte di Nahel stiamo assistendo a un processo di autodistruzione che ci lascia impotenti - ha scritto in una lunga lettera pubblicata online - ora le violenze devono cessare».