Accusato di spionaggio, giustiziato per impiccagione. Nuova condanna a morte in Iran. A rimanere vittima del boia questa volta è Alireza Akbari, ex viceministro della Difesa tra la fine degli anni Novanta e l'inizio dei Duemila, con doppia cittadinanza iraniana-britannica. A nulla sono servite le proteste internazionali per la sua condanna a morte.

A darne notizia è l' agenzia di stampa iraniana Mizan, anche se non specifica la data dell’esecuzione, che sembra sia avvenuta giorni fa. L'Iran aveva accusato Akbari, senza offrire prove, di essere una spia dell'agenzia di intelligence britannica MI-6.

Akbari ha ricoperto la carica di viceministro della Difesa durante il mandato dell'ex presidente riformista Mohamed Khatami. Il regime aveva mandato in onda un video sottoposto a editing di Akbari con una confessione che gli attivisti hanno definito come ottenuta con coercizione. Venerdì, il vice portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Vedant Patel, aveva criticato l'imminente esecuzione di Akbari. «Le accuse contro Ali Reza Akbari e la sua condanna all'esecuzione hanno motivi politici. La sua esecuzione sarebbe inconcepibile», aveva detto. «Siamo molto turbati dalle notizie secondo cui il signor Akbari è stato drogato, torturato mentre era in custodia, interrogato per migliaia di ore e costretto a fare false confessioni».
 

Anche il ministro degli Esteri britannico James Cleverly aveva  invitato l'Iran a fermare l'esecuzione. «Il regime iraniano non dovrebbe avere dubbi», ha scritto online. «Stiamo osservando da vicino il caso di Ali Reza Akbari».

Il governo iraniano da mesi cerca di sostenere - senza offrire prove -che paesi stranieri abbiano fomentato i disordini che attanagliano la Repubblica islamica dopo la morte, avvenuta a settembre, di una donna arrestata dalla polizia morale.