Si allargano le indagini sulla famiglia di Francois Fillon e allo stesso tempo si stringe il cerchio attorno all’ex premier e candidato dei Républicains all’Eliseo. Il caso “Penelopegate” rischia seriamente di compromettere la corsa per la presidenza e in generale la carriera politica di Fillon che oggi sembra a un passo dall’abbandono: secondo un sondaggio il 69% dei francesi ritiene che dovrebbe gettare la spugna mentre appena il 29% degli intervistati ritiene che abbia delle chance di vincere le elezioni. La procura generale francese ha infatti messo sotto inchiesta i due figli del candidato sospettati di avere ricevuto denaro come compenso per impieghi fittizi. Si tratta della stessa accusa rivolta alla moglie di Fillon, Penelope. Marie e Charles Fillon sono stati messi sotto contratto in quanto avvocati come assistenti parlamentari del padre dal settembre del 2005, quando l’ex primo ministro era senatore della Repubblica. Nessuno dei due esercitava ancora la professione di avvocato. Secondo Le Parisien i due figli del politico francese saranno interrogati dall’uffi- cio centrale per la lotta alla corruzione e le frodi finanziarie e fiscali. Il settimanale satirico e d’inchiesta Le Canard Enchainè, che ha sollevato il caso pubblicando la notizia dei compensi della moglie di Fillon nel corso degli anni, ha rivelato che nel 2005, due settimane dopo essere stato eletto senatore, firmò un contratto di assistente per sua figlia Marie che sarebbe diventata avvocato due anni più tardi, con un compenso iniziale di 3.773 euro netti al mese, che diventarono 3,814 euro alla fine del 2006. Dal 1 gennaio del 2007, il fratello Charles prerse il suo posto per 4.846 euro netti al mese, fino al 17 giugno. I due fratelli, calcola la stampa francese, hanno ricevuto circa 84mila euro di denaro pubblico. La rete tv pubblica France2 è peraltro venuta in possesso del video di una intervista a Penelope Fillon del 2007, nel quale la donna dice esplicitamente di «non essere mai stata l’assistente parlamentare» del marito.

Ad approfittare dei guai di Fillon è inaspettatamente il candidato socialista Benoit Hamon, fresco vincitore delle primarie che passa dal desolante 10% della scorsa settimana al 17% di oggi, una percentuale ancora troppo bassa per sperare di vincere il primo turno, ma la strada sembra quella giusta.