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A man films the scene of a deadly explosion, from his rooftop in Tel Aviv, Israel, Friday, July 19, 2024. (AP Photo/Oded Balilty)
Se i colloqui di pace programmati per il 15 agosto a Doha porteranno a un accordo di cessate il fuoco a Gaza, l'Iran potrebbe decidere di non attaccare Israele. Lo hanno dichiarato, ormai quasi due settimane dopo l'incursione israeliana a Teheran per uccidere il leader di Hamas Ismail Hanyieh, alcune fonti iraniane di alto livello citate dal Times of Israel. Questo significherebbe anche che l'eventuale rappresaglia non avverrebbe in nessun caso prima delle trattative, come invece era stato ipotizzato nelle ultime ore.
Secondo una delle fonti, un alto funzionario della sicurezza iraniana, l'Iran, insieme ad alleati come Hezbollah, lancerà un attacco diretto se i colloqui falliranno o se si percepisce che Israele li sta trascinando. Non è stato precisato quanto tempo dovrebbero progredire i negoziati prima di una decisione del genere. Le fonti non dicono per quanto tempo l'Iran è disposto ad attendere i progressi dei negoziati prima di decidere.
Meloni sente Netanyahu
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nell'ambito dei continui contatti che sta intrattenendo sulla crisi in Medio Oriente, ha avuto oggi una nuova conversazione telefonica con il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu. Lo riferisce una nota palazzo Chigi. La presidente Meloni ha reiterato il forte auspicio che si possa trovare un accordo per un cessate il fuoco sostenibile a Gaza e il rilascio degli ostaggi, in linea con la Risoluzione 2735 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, in occasione del prossimo round negoziale del 15 agosto. La presidente Meloni – prosegue la nota - ha ribadito il convinto sostegno alla mediazione guidata da Stati Uniti, Egitto e Qatar. Nel riconoscere il diritto all'autodifesa di Israele, la presidente del Consiglio ha sottolineato l'importanza di una de-escalation a livello regionale, incluso lungo il confine israelo-libanese dove è presente la forza di interposizione delle Nazioni Unite, Unifil, in cui l'Italia gioca un ruolo di primo piano.
Teheran respinge l’appello di Usa, Francia, Germania e Italia
Ieri i leader di Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e Italia avevano rilasciato una dichiarazione congiunta in cui invitano Teheran ad abbandonare i suoi piani di un attacco di rappresaglia contro Israele. Un appello respinto al mittente dall’Iran, per il quale “la dichiarazione dei tre Paesi citati, senza alcuna obiezione ai crimini internazionali del regime sionista, richiede impudentemente alla Repubblica islamica dell'Iran di non agire come deterrente contro il regime che viola la sua sovranità e integrità territoriale”. Secondo Teheran “tali richieste mancano di logica politica e sono completamente contrarie ai principi e alle regole del diritto internazionale”.
“Noi, leader di Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e Italia abbiamo discusso della situazione in Medio Oriente – recitava la dichiarazione congiunta -. Abbiamo espresso il nostro pieno sostegno agli sforzi in corso per allentare le tensioni e raggiungere un cessate il fuoco e un accordo di rilascio degli ostaggi a Gaza. Abbiamo approvato l'appello congiunto del presidente (Joe) Biden, del presidente (Abdel Fattah) al Sisi dell'Egitto e (dell'emiro) Amir Tamim del Qatar a riprendere i colloqui questa settimana con l'obiettivo di concludere l'accordo il prima possibile, e abbiamo sottolineato che non c'è altro tempo da perdere”.