Elon Musk si prepara a entrare ufficialmente in politica. Lo fa a modo suo: lanciando un sondaggio su X, il social network di sua proprietà, e suggerendo la nascita di un nuovo soggetto centrista chiamato “Partito America”. Il pretesto è una domanda rivolta ai suoi 220 milioni di follower: «È venuto il momento di creare un nuovo partito politico in America che rappresenti davvero l’80% che sta nel mezzo?». La risposta è stata chiara: l’80,4% ha detto sì. Hanno votato oltre 5,6 milioni di utenti.

«Il popolo si è espresso», ha scritto Musk, commentando l’esito del sondaggio. «Serve un nuovo partito politico che rappresenti il centro. Questo è il destino». Poco dopo, ha approvato la proposta di un utente: chiamarlo “Partito America”. Il nome richiama l’America PAC, il comitato fondato da Musk nel 2024 per finanziare la campagna di Donald Trump e altri candidati repubblicani. Un legame ormai compromesso.

La nascita del nuovo partito arriva infatti all’indomani di un violento scontro a distanza tra Musk e Trump. Fino a pochi giorni fa, i due erano politicamente alleati. Musk era stato messo a capo del DOGE, il Dipartimento per l’Efficienza Governativa, un organismo creato su misura sotto l’amministrazione Trump. Ma il rapporto si è interrotto bruscamente.

Il 4 giugno Musk ha definito «un disgustoso abominio» il maxi-pacchetto fiscale proposto da Trump e attualmente in discussione al Senato. Ha accusato la manovra di favorire le élite e ignorare la classe media americana. Il presidente ha replicato con durezza durante una conferenza stampa con il cancelliere tedesco Merz: «Molto deluso da Musk», ha detto, suggerendo che le critiche derivino da interessi economici legati alla fine di alcuni incentivi per i veicoli elettrici, misura che colpirebbe Tesla.

La polemica è poi degenerata. Musk ha pubblicato – e poi rimosso – un post in cui affermava che Trump comparirebbe nei cosiddetti “Epstein files”, i documenti relativi al finanziere accusato di traffico sessuale e morto in carcere nel 2019. Il contenuto è stato intercettato anche da Grok, il motore AI di X, che ne ha confermato la cancellazione.

Non è l’unico messaggio sparito. Musk ha eliminato anche un post in cui si diceva favorevole all’impeachment di Trump e proponeva di sostituirlo con l’attuale vicepresidente James David Vance. Restano visibili solo i commenti critici alla manovra economica: «un disastro», «serve di meglio», ha scritto il miliardario.

La domanda ora è una: Musk intende davvero fondare un partito o si tratta solo di un’operazione mediatica? Alcuni segnali sembrano contraddirsi. A chi suggeriva di agire all’interno del Partito Repubblicano per cambiarlo, ha risposto con un vago «Hmm». A un altro utente che proponeva di influenzare le primarie, ha risposto «Ok». Nessuna dichiarazione ufficiale, ma i segnali indicano una volontà chiara di restare protagonista sulla scena politica.

Del resto, Musk aveva già annunciato qualche settimana fa l’intenzione di ridurre gli investimenti in politica. «Non vedo più il motivo di proseguire», aveva detto. Ma non aveva escluso un ritorno, e ora sembra intenzionato a usarlo tutto il suo capitale politico e mediatico. Su X ha milioni di seguaci, e ogni sua mossa genera dibattito immediato.

Il progetto di un terzo partito centrista non è nuovo negli Stati Uniti, ma raramente ha avuto successo. Il sistema a due partiti è storicamente difficile da scardinare, anche per chi dispone di mezzi enormi come Musk. L’accesso alle schede elettorali in tutti gli Stati è complesso e costoso. Inoltre, la base elettorale è spesso polarizzata: convincere l’“80% moderato” potrebbe non essere così semplice come suggerisce il sondaggio.

Tuttavia, il solo annuncio ha già avuto un impatto. Musk ha spostato l’attenzione dal campo repubblicano a uno spazio politico che si definisce “di mezzo”. E in un’epoca di crescente insoddisfazione verso i due grandi partiti, l’idea di una forza nuova, tecnologica e centrista può attirare una fetta di elettorato stanca delle divisioni ideologiche.

Per ora, il “Partito America” resta un’ipotesi. Ma il distacco di Musk da Trump è ormai evidente. E, in un sistema politico che premia visibilità e personalità, non è escluso che Musk decida davvero di scendere in campo con un proprio movimento. Se lo farà, cambierà le regole del gioco.