Seggi aperti in Catalogna per le elezioni regionali. Oltre 5,7 milioni di cittadini sono chiamati alle urne per eleggere il prossimo “Parlament”. Si potrà votare fino alle ore 20. per scegliere i 135 deputati del nuovo Parlamento regionale, un voto che rappresenta un test importante per la tenuta dell’esecutivo nazionale e per le elezioni europee di giugno. I tre partiti politici a confronto - senza prospettiva di accordi o alleanze tra loro - sono gli stessi su cui poggia il governo socialista di Pedro Sanchez a Madrid. Gli ultimi sondaggi danno come vincitore il candidato del Partito socialista catalano (PSC), Salvador Illa, ex ministro della Sanità nonchè amico di Sanchez: i socialisti dovrebbero riuscire a incrementare i consensi e ottenere la maggioranza semplice, ma senza maggioranza assoluta non saranno in grado di governare da soli. I filo-indipendentisti di centrosinistra del presidente uscente Pere Aragones, della Sinistra repubblicana di Catalogna (Erc) si giocano il secondo posto con “Insieme per la Catalogna” (JxCat) del leader indipendentista Carles Puigdemont, tornato sulla scena politica dopo le sue convulse vicende giudiziarie.

Si prospettano negoziati complicati per Illa che dovrebbe riuscire ad arrivare a un accordo almeno con Esquerra Republicana de Catalunya, uno dei partiti indipendentisti in campo, oltre a Junts di Carles Puigdemont. Esquerra ha già messo sul tavolo la condizione di un referendum di autodeterminazione, ipotesi che i socialisti hanno finora scartato. La strada per Illa non sarà semplice considerando che gli indipendentisti di Erc e Junts garantiscono attualmente con i loro voti che il governo Sanchez abbia una maggioranza assoluta al Congresso dei deputati. La dinamica nazionale influirà quindi sugli accordi post voto in Catalogna.