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Raffaele Cutolo, il 30 settembre 2007, diventò padre nonostante il 41 bis. Tutto legale. La battaglia che vede i detenuti al 41 bis lottare per il riconoscimento del loro diritto di paternità, infatti, ha origini lontane. Inizia nel 1983, quando Raffaele Cutolo aveva sposato la moglie, Immacola Jacone, nella cappella del carcere dell’Asinara. In quel momento l’ex super boss della Nuova Camorra Organizzata, aveva espresso un desiderio: «Morirò in prigione - aveva rivelato anni dopo o’ professore - il mio ultimo desiderio è regalare un figlio a mia moglie». Così nel 2001 il ministero di Grazia e giustizia aveva autorizzato la famiglia Cutolo a ricorrere ai benefici previsti dalla legge sulla fecondazione assistita. La notizia era stata tenuta nascosta per nove mesi ma quando, nell’ottobre del 2007 era nata la piccola, la stampa ne era venuta a conoscenza. L’uomo, rinchiuso dal 1982 e ininter- rottamente al 41 bis da quando fu istituito, ha settantacinque anni ed è attualmente recluso al carcere di Parma. Si tratta del tredicesimo carcere della sua vita, tredici come gli ergastoli ricevuti. Cutolo aveva già avuto un figlio, Roberto, da un precedente matrimonio. Il ragazzo era morto però in un agguato avvenuto nel 1990, quando aveva ventotto anni. Per quell’omicidio era stato condannato Mario Fabbrocino, ' o’ Gravunaro', uno dei promotori della Nuova Famiglia, l’associazione mafiosa nata proprio per contrastare la Nuova Camorra Organizzata di Cutolo. Stando alle parole di Cutolo – al quale il cantautore Fabrizio De Andrè gli dedicò versi da epica brigantesca con “Don Raffaè” - la sua mafia non esiste più. Ora le è rimasta la figlia Denise, nata con l’inseminazione artificiale.
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