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VLADIMIR PUTIN PRESIDENTE RUSSIA
Si chiama Koulékpato Dosseh, ha 27 anni ed è originario del Togo, stato dell’Africa occidentale, dov’era un insegnante. Indossa una giacca militare cui sono state tolte le toppe di riconoscimento e cammina grazie all’aiuto delle stampelle. Davanti a lui ci sono Zhenia Melnyk, giornalista di United24, iniziativa mediatica ucraina lanciata dal presidente Zelensky nel 2022, e l’interprete Alexander Quéry. Dosseh sarebbe stato catturato sulla linea del fronte tra Russia e Ucraina intorno al 21 febbraio scorso, ed internato in campo di detenzione ucraino come prigioniero di guerra.
Dopo aver provato ad emigrare in Canada e poi in Francia, gli sarebbe stato proposto di emigrare in Russia per studiare, via più agevole, veloce ed economica per lasciare il suo paese e formarsi all’estero come studente di medicina. Pur essendo a conoscenza dell’invasione russa dell’Ucraina è voluto comunque partire. «In Africa notizie del genere interessano chi lavora per lo stato, per i singoli individui come me, tendiamo a pensare ‘cosa c’entra con noi?’ Ho cominciato ad informarmi e interessarmi quando stavo pianificando il viaggio e ho cominciato a vedere informazioni secondo cui la Russia ha invaso l’Ucraina in determinate circostanze».
«Possiamo vedere come Mosca sta intensificando i suoi sforzi per diffondere la sua propaganda nei paesi Africani», spiega a United24 Heorhii Tykhyi, portavoce del ministro degli Esteri ucraino. «È sempre stato così, ma adesso vediamo come stia aumentando questi sforzi cercando di reclutare africani per la guerra contro l’Ucraina. Qualche volta è propaganda diretta, in altri casi è nascosta in certi tipi di proposte, ma il loro obiettivo principale è reclutare persone per la guerra. Le persone in questi paesi devono essere messe a conoscenza che la Russia cerca di ingannarli, cerca di utilizzare la loro insicurezza sociale, o il fatto che abbiano bisogno di soldi o risorse per la propria famiglia e avanza offerte, che finiscono per portare la persona sulla linea del fronte».
Dopo aver raggiunto il territorio russo è riuscito a studiare in università solo un mese. «Quando siamo arrivati abbiamo dovuto compilare tutti i documenti, il che ha preso un po’ di tempo, almeno due o tre settimane. Dopodiché sono cominciati i problemi con il contratto, non potevo più stare dove stavo. Un giorno un ‘fratello’ che stava nell’esercito russo a Donetsk mi ha detto che c’erano altre vie per ottenere i documenti. Mi ha spiegato che sarei potuto entrare in polizia e lavorare nella regione di Saratov (una città sul fiume Volga) come poliziotto. Lo stesso giorno in cui siamo andati a chiedere informazioni, ci hanno fatto fare tutte le pratiche, non parlo né leggo la lingua quindi non capivo nulla. È stato solo alla fine che ci hanno detto ‘avete firmato un contratto di guerra’»
«Direi che questo è un caso tipico. Non è solo la sua storia», prosegue Tykhy, «le autorità russe cercano studenti o lavoratori stranieri che stanno per perdere il loro status legale e li approcciano con l’offerta di un contratto, non tutti capiscono che si tratta di andare a combattere in prima linea».
Come rilevato dall’Ispi negli ultimi tre anni la fascia del Sahel, che cinge il continente africano dall’oceano indiano all’atlantico, è stata interessata da numerosi colpi di stato, in Mali nel 2020 e nel 2021, in Niger nel 2023 e in Burkina Faso nel gennaio e nel settembre del 2022. Le giunte militari salite al potere in questi paesi hanno radicalmente mutato la loro linea nei confronti dell’occidente, dopo essere usciti dall’Ecowas (Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale) nel gennaio 2024 e aver costituito l’Alleanza degli stati del Sahel a luglio dello stesso anno. La Russia ha svolto un ruolo fondamentale fornendo equipaggiamento militare e provvedendo alla sicurezza dei leader golpisti tramite la Wagner, rinominata ora Africa Corps. Mosca offre a questi paesi relazioni prive di precondizioni e in chiave anticoloniale, strappando l’area all’influenza francese. È il caso del Burkina Faso e del suo presidente Ibrahim Traoré, nonché capitano dell’esercito. Salito al potere con un golpe nel settembre 2022, ha rotto ogni rapporto con la Francia e da maggio 2023 ha iniziato una cooperazione militare con Russia, Turchia e Corea del Nord per fronteggiare le rivolte jihadiste nel nord del paese. Dopo essere sfuggito a un tentativo di golpe nel settembre 2023 ha chiesto la protezione delle truppe russe, e a dicembre dello stesso anno è stata annunciata una riorganizzazione dell’esercito burkinabé con la cooperazione russa, oltre che turca e cinese. Traorè grazie ai video dei suoi discorsi sui social sta guadagnando grande popolarità in Africa e nel mondo, dipingendosi come un nuovo Sankara e ostentando politiche populiste. A fine aprile Traorè ha denunciato un tentato golpe perpetrato tramite la vicina Costa d’Avorio. A seguito dell’annuncio, mercoledì 30 aprile, migliaia di persone si sono riunite nella capitale Ouagadougou, e in diverse città in tutto il mondo, per dimostrare il proprio supporto a Traorè, sventolando bandiere del Burkina Faso e della Federazione Russa.