«Patrick amore mio, buon anniversario, oggi è il nostro quarto anno insieme. Anni che sono passati con alti e bassi, non so come. Anni di amore, calore e donazione infinita. Sono molto emozionata in vista di una vita intera con te, con tutte le esperienze, difficoltà e sollievi. Il matrimonio avverrà in tempo e sarà più bello di quanto abbiamo sognato». La fidanzata di Patrick Zaki, Reny, ha scritto stamattina una lettera al giovane «per sentirlo vicino» nel loro quarto anniversario.

Il testo della lettera, della quale viene pubblicata anche una foto della versione cartacea, in arabo su un foglio a righe, con sopra un anello è stato pubblicato dal gruppo di sostegno a Zaki “Patrick libero”, che ne riporta la traduzione. «Celebreremo il nostro amore – si legge nella lettera -, sfideremo il destino che è stato così ostinato con noi, e vinceremo. Sono con te e tutto il mondo è dalla tua parte. I tuoi professori di master e di dottorato ti inviano tutto il sostegno e l’amore, i colleghi, i compagni di corso, gli amici e le persone care di tutto il mondo, soprattutto in Piazza Maggiore, sono al tuo fianco. Stai sereno e stai bene, non sei solo».

«Adesso vorrei solo che tornasse libero in tempo per il nostro matrimonio. Ho il vestito pronto e la casa sarà pronta: tutto è pronto, ma ora tutto rischia di essere inutile e io non posso crederci. Io e Patrick vogliamo solo iniziare la nostra vita insieme: una vita, ci tengo a dirlo, che non sarà lontana dall’Egitto. Il nostro futuro è qui», aveva spiegato Reny in un’intervista a Repubblica Reny dopo la 3 anni di carcere con cui l’Egitto ha rispedito il ricercatore egiziano dietro le sbarre. «Non ci aspettavamo questa svolta drammatica. Siamo stati presi in contropiede. Pensavamo ci sarebbe stato un altro rinvio, o una data per il verdetto. Non il verdetto. Era impensabile: Patrick non ha fatto nulla in queste settimane o in questi mesi per cui dovesse tornare in carcere», ha raccontato Iskander dopo l’udienza di ieri a Mansoura, al termine della quale Zaki è stato trascinato di nuovo in cella tra le urla e le proteste della famiglia. «Prima di arrivare a Mansoura abbiamo parlato del fatto che avremmo fatto rientro al Cairo, appena finita l’udienza, come sempre abbiamo fatto in questi mesi: udienza dopo udienza. E del fatto che saremmo andati al mare nel fine settimana: per festeggiare insieme la nostra laurea».