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Il Tribunale supremo elettorale brasiliano ha votato a favore dell'ineleggibilità dell'ex presidente Jair Bolsonaro. I giudici hanno ritenuto Bolsonaro non idoneo a ricandidarsi per aver abusato del suo potere e aver gettato dubbi infondati sul sistema di voto elettronico del Paese. La decisione proibirà a Bolsonaro di candidarsi fino al 2030. Il caso si è incentrato su una riunione del 18 luglio 2022, in cui Bolsonaro utilizzò personale del governo, il canale televisivo di Stato e il palazzo presidenziale di Brasilia per dire agli ambasciatori stranieri che il sistema di voto elettronico del Paese era truccato.
L’ex presidente ha annunciato ricorso presso la Corte suprema e affermato di non sentirsi ancora politicamente "morto" nonostante la "coltellata alle spalle" subita. "Questo processo non ha fondamento. Si tratta della prima condanna della storia per abuso di potere politico", ha detto Bolsonaro. A favore della condanna si sono sin qui pronunciati sei dei sette magistrati di cui si compone la Corte. Dalla sua, l'ex presidente ha avuto due voti. Per poter pronunciare la sentenza definitiva, il Tse deve formalmente attendere la relazione e il voto del presidente, Alexander de Moraes, che con ogni probabilità voterà per la condanna.
Lo scorso 18 luglio 2022, nel corso dell'incontro convocato dall'allora capo dello stato con i diplomatici stranieri, Bolsonaro aveva affermato che il sistema elettorale era vulnerabile e poco trasparente. Nell'occasione Bolsonaro mostrava al corpo diplomatico alcuni documenti istituzionali a comprova delle sue accuse di inefficienza del sistema. Il contenuto dei documenti, contestato immediatamente da tutte le istituzioni del paese, era finito al centro dell'inchiesta del Tse perché considerato falso. Non è dei contenuti del discorso che però Bolsonaro risponde alla giustizia elettorale.
Secondo le accuse del Partito democratico laburista, che hanno dato il via al procedimento, infatti, Bolsonaro avrebbe abusato della sua posizione "simbolica e materiale" di presidente per organizzare un evento con finalità elettorali, utilizzando strutture istituzionali e di comunicazioni dello stato a proprio vantaggio e in danno degli altri candidati alla presidenza.