La Corte suprema argentina ha confermato in via definitiva la condanna a sei anni di carcere per l’ex presidente Cristina Fernández de Kirchner, nel procedimento noto come caso “Vialidad”. La sentenza, già confermata in appello nel 2023, riguarda presunti favoritismi all’imprenditore Lazaro Báez tra il 2003 e il 2015, periodo in cui al governo si sono succeduti Néstor e Cristina Kirchner. Il dossier giudiziario parla di irregolarità in 51 opere pubbliche finanziate con fondi statali.

Con questa decisione, Cristina Kirchner – figura di rilievo dell’opposizione al presidente Javier Milei – non potrà candidarsi al consiglio comunale di Buenos Aires nelle elezioni del 7 settembre. La conferma della condanna potrebbe anche comportare l’ingresso in carcere per l’ex presidente, anche se i suoi legali dovrebbero chiedere la detenzione domiciliare, possibile per chi ha superato i 70 anni (Kirchner ne ha 72).

Il presidente Milei ha commentato con toni trionfali: «Giustizia. Punto. La Repubblica funziona», scrivendo su X e accusando i giornalisti di aver alimentato un «presunto patto di impunità». Di segno diverso le parole dell’ex presidente Mauricio Macri, che ha parlato di «sentenza storica» ma anche di una «giornata triste», sottolineando il danno arrecato al Paese da una vicenda di corruzione che coinvolge un ex capo di Stato.