È morta a Padova, all'età di 91 anni, la giurista Lorenza Carlassare. Classe 1931, sempre schierata a difesa della Costituzione, Carlassare fu la prima donna a vincere una cattedra di Diritto costituzionale in Italia. Ma la sua carriera accademica non è stata una passeggiata, come lei stessa ha raccontato in un'intervista al Fatto quotidiano nel 2017: «Anche volendo, non avrei potuto fare il magistrato. Era in vigore una legge fascista del 1919 che escludeva le donne dalla magistratura oltre che da funzioni dirigenziali nella Pubblica amministrazione». Un percorso di studi iniziata quasi per caso: «Un giorno una mia amica che faceva Legge, istigata da mio marito che allora non conoscevo, è venuta a prendermi. Mi ha detto: “Perché perdi tempo qui? Sembra una classe liceale, suonano perfino la campanella alla fine delle lezioni. E ci sono solo preti e ragazze occhialute”. In realtà mi ero convinta che Giurisprudenza mi avrebbe aiutata da un punto di vista del pensiero: lì, mi dicevo, il bianco è bianco, il nero è nero. Non sapevo quanto mi sbagliavo! Poi mi sono appassionata moltissimo perché, per fortuna, non era davvero così. Mi sono laureata a 21 anni», ha detto Carlassare. Risultato: laurea con 110 e lode e premio come miglior laureato dell’Università di Padova, con  assegno di ricerca. Sostenitrice delle battaglie femministe negli anni '70, contraria alla riforma costituzionale (poi bocciata dal referendum) proposta da Matteo Renzi nel 2016, Carlassare nel 2014 figurava anche nella lista del Movimento 5 Stelle dei possibili successori di Giorgio Napolitano. Era stata sposata con Giovanni Battaglini, professore emerito di Diritto internazionale dell’Università di Ferrara, scomparso nel 2005. Professoressa emerita di Diritto costituzionale all’Università di Padova, dopo un lungo insegnamento come ordinario, Carlassare era accademica dei Lincei, oltre che socia dell’Accademia Olimpica di Vicenza e dell’Accademia Galileiana di Scienze Lettere e Arti di Padova. Tra sue opere, oltre a numerose pubblicazioni di carattere scientifico, figurano Conversazioni sulla Costituzione (Cedam, 1996, 2011) e Nel segno della Costituzione. La nostra carta per il futuro (Feltrinelli, 2012), ed ha contribuito alla redazione della Storia d’Italia Einaudi. Allieva di Vezio Crisafulli, Carlassare ha insegnato prima all’Università di Padova, poi a Verona e quindi a Ferrara, per far ritorno infine a Padova, nella cui Facoltà di Giurisprudenza ha insegnato fino alla collocazione fuori ruolo. Nel 2008 ha fondato la Scuola di cultura costituzionale dell’Università di Padova che ha diretto fino al 2019, rivolta ai docenti delle scuole superiori, ai dottorandi di ricerca, agli studiosi, agli avvocati e aperta a tutti i cittadini desiderosi di conoscere la Costituzione. Oltre all’attività scientifica e dottrinaria Carlassare si è attivata in favore della conoscenza e alla difesa della Costituzione della Repubblica italiana, con la pubblicazione di opere divulgative, di articoli d’opinione su quotidiani e riviste e con attività sul campo, anche attraverso l’attivismo culturale nell’associazione Libertà e Giustizia, fondata a Milano nel 2002, di cui era socia onoraria e membro del Consiglio di Presidenza. La giurista padovana ha fatto parte della commissione parlamentare per le Riforme costituzionali istituita nella XVII legislatura per elaborare proposte di modifica della seconda parte della Costituzione. Si era dimessa l’11 luglio 2013 in polemica con la sospensione dei lavori parlamentari ottenuta dal Popolo della Libertà a seguito della fissazione dell’udienza per il ricorso in Cassazione contro la sentenza del processo Mediaset, un episodio da lei definito come una «un’intimidazione verso la Cassazione». Se ne va «una donna libera e coraggiosa, il suo battagliare per la convivenza civile e pienamente democratica, per la moralità delle Istituzioni, per la loro radice antifascista», commenta su Facebook il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo. Una donna di carattere costituzionale. La sua scomparsa è una grave perdita per il nostro Paese. Terremo vive la sua intelligenza e la sua passione». E per il segretario del Pd, Enrico Letta, «scompare una giurista di fama che ha profondamente segnato il dibattito costituzionale nel nostro Paese. Sempre a difesa della Carta e dei suoi principi fondamentali»