Lutto nazionale in Francia per la scomparsa di Robert Badinter, autorevole esponente del socialismo, ministro della Giustizia durante la presidenza di Francois Mitterrand, passato alla storia per la legge sull’abolizione della pena di morte, votata il 18 settembre 1981.

Per ironia della sorte, Badinter è morto nel giorno dell’anniversario della retata avvenuta in rue Sainte-Catherine a Lione il 9 febbraio 1943, durante la quale suo padre ebreo fu arrestato e poi deportato. Unanime l’omaggio della classe politica francese per la perdita del celebre avvocato che ha dedicato la sua vita a «tutte le cause giuste», in difesa dei diritti umani e delle libertà. In trasferta a Bordeaux, il presidente Emmanuel Macron ha annunciato che gli sarà reso «un omaggio nazionale». «Voglio esprimere il mio dolore personale, la nazione ha perso un grande uomo. Un grandissimo avvocato e un grande Guardasigilli. Per me ha sempre incarnato un uomo saggio al di là dei suoi doveri che ha sempre aiutato a chiarire le decisioni», ha dichiarato il capo dell’Eliseo.

Robert Badinter è nato il 30 marzo 1928 a Parigi. Dal 1951 al 1981 fu avvocato alla Corte d’appello di Parigi. Nel 1971, durante il cruciale congresso di Epinay, aderì al Partito socialista. L’anno seguente, in qualità di legale, difese Roger Bontems, complice di Claude Buffet nella presa di due ostaggi nel carcere di Clairvaux, che si concluse con l’uccisione dei sequestrati. Per questo, i due detenuti vennero condannati a morte: l’esecuzione di Bontems segnò l’inizio dell’impegno militante di Badinter contro la pena di morte. Nel 1977 salvò dalla ghigliottina Patrick Henry, condannato all’ergastolo per l’omicidio di un bambino.

Dal 1981 al 1986 ricoprì l’incarico di Guardasigilli, prima nel governo di Pierre Mauroy poi di Laurent Fabius. Il 17 settembre 1981 difese davanti all’Assemblea Nazionale l’abolizione della pena di morte, votata e poi promulgata il 9 ottobre dello stesso anno. Dal 1986 al 1995 fu presidente del Consiglio Costituzionale e fino al 2011 senatore del Partito Socialista della regione Hauts de Seine. «Questa storia singolare ha fatto di lui un grande uomo, un mensch (un uomo buono), colui che ha dedicato la sua vita per quella di tutti gli altri, per i diritti umani e le libertà», ha dichiarato il rabbino capo di Francia Haim Korsia, esprimendo la sua «infinita tristezza». La comunità ebraica francese ha reso omaggio alla memoria di un «grande uomo». «Con la scomparsa di Robert Badinter, la Francia perde una delle sue ultime grandi coscienze morali», ha commentato su X Yonathan Arfi, presidente del Consiglio di rappresentanza delle istituzioni ebraiche di Francia (Crif). «Robert Badinter incarnava la coscienza della Repubblica francese in una lotta instancabile per i diritti umani e la giustizia, qualunque fosse lo spirito dei tempi. Inoltre, si è sempre mostrato disponibile a portare avanti questo impegno su scala mondiale attraverso l’Unesco», ha sottolineato il direttore generale dell’agenzia Onu, Audrey Azoulay.