E dove sta scritto che Putin è il mandante della morte di Navalny? Di più: “il presidente russo, a un mese delle elezioni, aveva tutto l’interesse a mantenere in buona salute il suo oppositore numero uno”, come se ci fosse qualcosa di regolare nelle elezioni russe. Lo spericolato ragionamento arriva dalle pagine del Fatto Quotidiano ed è firmato da Marco Travaglio in persona, e chi altri sennò, il quale, a sostegno del suo teorema pro Putin, passa in rassegna una serie di paragoni che potremmo definire un tantino azzardati. Ed ecco allora che il nostro arriva a paragonare la morte di Navalny a quella di Marilyn, Sindona, Pecorella.

Se bastasse il “cui prodest”, spiega infatti Travaglio, allora “i fratelli Kennedy sarebbero gli assassini di Marilyn, Schmidt dei capi della Raf, Marcinkus di Calvi, Andreotti di Pecorella, Sindona e tanti altri”. Come se John Kennedy avesse rinchiuso Marilyn in un gulag siberiano…

In ogni caso vedere Travaglio in versione garantista è uno spasso, ora aspettiamo solo che spieghi che, fino a prova contraria, Pol Pot e Hitler sono due personcine perbene.