OSTELLARI: «AL SENATO SPETTA UN ESAME VERO». ERGASTOLO, CHIESTE 32 MODIFICHE

Sono 264 gli emendamenti depositati dai gruppi parlamentari, nella commissione Giustizia del Senato, alla riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario. La Lega ne ha presentati 60, Forza Italia 4, Italia Viva 86, il Movimento 5 Stelle 8, Fratelli d’Italia 93, Leu 8, il Pd nessuno. Si preannuncia insomma un esame non semplice a Palazzo Madama: i senatori avranno due settimane per discutere e votare le proposte di modifica, in quanto l’ approdo in Aula è previsto per martedì 14 giugno, due giorni dopo il voto sui cinque referendum sulla giustizia promossi da Lega e Partito radicale. Da quanto si apprende, proprio la Lega ha riproposto gli emendamenti già presentati alla Camera su sorteggio temperato per l’elezione dei togati al Csm, azzeramento dei passaggi tra funzione giudicante e funzione requirente, divieto per chi esce dal Csm di ricoprire incarichi direttivi per 5 anni, revisione del concorso in magistratura. Il partito di Salvini sta facendo il proprio gioco, come chiaramente traspare dalle parole del senatore Andrea Ostellari, presidente della commissione nonché relatore del testo, pronunciate nell’ultima seduta: «L’effetto di compressione della dialettica parlamentare, in relazione alla necessità di giungere a una approvazione del testo prima delle elezioni del prossimo Csm, non può però spingersi a sacrificare il sistema parlamentare perfetto, nel quale anche il Senato è chiamato ad esprimersi.

Affinché questo ramo possa far valere le proprie prerogative», ha quindi detto il parlamentare leghista, «invito i colleghi della commissione a non tirarsi indietro di fronte alla necessità di migliorare il testo». Gli aveva replicato il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto: «Pur comprendendo la necessità che ciascun ramo del Parlamento svolga il proprio ruolo, invito tuttavia i parlamentari a tener conto dell’esigenza inderogabile dell’approvazione di tale disegno di legge in guisa tale da consentire lo svolgimento, con le nuove regole, delle elezioni del prossimo Consiglio superiore della magistratura».

Visto che il Carroccio ha riaperto la partita, il Movimento 5 Stelle ha risposto con i propri emendamenti su separazione delle funzioni, valutazioni di professionalità e illeciti disciplinari, i tre temi principali che hanno portato l’Anm a scioperare. Ce lo aveva preannunciato la responsabile Giustizia del M5S Giulia Sarti in una intervista: «Siamo pronti a rilanciare le nostre proposte in Senato se lo faranno Lega e Italia Viva», a tutela delle istanze delle toghe. Mentre per il Partito democratico valgono gli accordi prima negli incontri bilaterali avuti a via Arenula e poi in Consiglio dei ministri, quindi con il testo approvato all’unanimità e infine alla Camera un mese fa, dopo decine di riunioni. In pratica, la riforma viene ritenuta soddisfacente dai dem, considerata l’ampiezza della maggioranza. Valuteranno, al più, se presentare qualche emendamento direttamente in Aula.

Tra gli emendamenti, invece, di Forza Italia, uno presentato dal senatore Giacomo Caliendo riguarda le porte girevoli: chi non viene eletto non può tornare nel distretto dove si è candidato non per un tempo determinato ma per tutta la vita. Anche Iv ha concentrato le proposte sulle porte girevoli. Sempre in commissione Giustizia del Senato i gruppi parlamentari hanno depositato 32 emendamenti al testo di riforma sull’ergastolo ostativo.