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Bartoli
Il neo presidente dell'ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, eletto al posto di Carlo Verna, storico cronista Rai, non approva la normativa sulla presunzione d'innocenza. In un'intervista al "Fatto Quotidiano" di Marco Travaglio, il rappresentante nazionale dei giornalisti italiani fa una distinzione tra la necessità di salvaguardare il principio d'innocenza delle persone che finiscono sotto indagine o che sono imputate e il dovere e il diritto della stampa di pubblicare notizie di interesse pubblico riguardanti inchieste giudiziarie, senza omettere nulla. «L'esigenza alla quale prova a rispondere questa nuova legge - afferma Bartoli - è assolutamente giusta e la condividiamo tutti. Va certamente salvaguardata la presunzione d'innocenza» «Il punto è: come la si salvaguarda? È questo il vero strumento, o per salvare la presunzione di innocenza si è disposti a ridurre la possibilità di dare conto di quella che è l'attività della giustizia? Perché, al di là di ogni altra considerazione, una delle preoccupazioni di uno Stato è sicuramente quella di dimostrare ai cittadini che esercita l'azione della giustizia in maniera imparziale, senza guardare in faccia a nessuno. Il solo fatto di non poterlo raccontare, secondo me, rappresenta un grave problema» dichiara Carlo Bartoli. Secondo Bartoli, la norma sulla presunzione d'innocenza «è spropositata», perché «le notizie rischiano di scomparire dietro questo paravento. Ma io voglio dire una cosa e la voglio dire molto chiaramente: i giornali sicuramente talvolta hanno commesso degli errori, anche gravi. Poi ciascuno paga. Ma non ci si è accorti che sono altri gli ambiti che vedono la presunzione di innocenza massacrata, a cominciare da trasmissioni televisive che non hanno alcun carattere giornalistico. Forse dovrebbero cominciare da lì, non dal limitare la fruizione di informazioni su inchieste, indagini e processi».