«È una grande vittoria per le garanzie dei cittadini e anche per l'efficienza della pubblica amministrazione. L'abrogazione del reato di abuso di ufficio darà tranquillità agli amministratori, migliaia dei quali hanno visto compromessa la propria immagine e talvolta la loro stessa funzione a seguito di indagini rivelatesi inconsistenti. Infatti, la richiesta di abrogazione è stata pressante da parte di tutti i sindaci, compresi quelli del Pd». Lo afferma il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in un'intervista al quotidiano 'Il Giornale' spiegando la sua riforma.

Nordio continua evidenziando che «il nostro arsenale normativo contro la corruzione è il più fornito d'Europa, comprende reati che spaziano dalla concussione per induzione fino allo stesso traffico di influenze che abbiamo rimodulato, tipizzando meglio la fattispecie e aumentando anche le pene. Ma vorrei ricordare che l'abuso in quanto tale, cioè da solo, è esattamente il contrario della corruzione. Se un sindaco abusa del suo potere solo per il piacere di danneggiare qualcuno, - spiega il ministro - il suo atto è illegittimo e dev'essere annullato dalla giurisdizione amministrativa, con l'eventuale risarcimento del danneggiato. Ma non c'è ragione che venga sanzionato penalmente e lo confermano i risultati: più di cinquemila indagati all'anno e le condanne si contano sulle dita di una mano».

Sulla carcerazione preventiva Nordio sottolinea che «non parlerei di abusi, ma certamente di uso eccessivo. Oltre il dieci per cento degli arrestati dal Gip viene liberato dal tribunale del Riesame, e altrettanti vedono modificata la misura di detenzione. Significa che ogni anno migliaia di persone vengono mandate in prigione senza motivo: la nostra riforma che devolve a un collegio di tre giudici la competenza ad emettere il provvedimento cautelare, da un lato eviterà molti di questi errori e dall'altro dissuaderà molti pm a chiedere misure che potrebbero esser respinte. Saranno evitate sofferenze inutili e anche il sovraffollamento carcerario sarà ridotto».

In merito agli errori giudiziari Nordio afferma che «sono purtroppo inevitabili. L'unico rimedio consiste nella saggezza del giudici, e soprattutto nel seguire il principio che nel dubbio bisogna assolvere. È meglio un colpevole libero che un innocente in galera». Riguardo la separazione delle carriere il ministro spiega che «è nel programma elettorale, e abbiamo un obbligo verso chi ci ha votato. Ma esige una revisione costituzionale, quindi i tempi non possono essere brevissimi».