L’aula del
Senato ha approvato definitivamente la riforma
Cartabia sul Csm e l’ordinamento giudiziario con 173 voti a favore, 37 contrari e 16 astenuti. La riforma è legge.
Riforma del Csm, cosa aveva detto in Aula al Senato il ministro Cartabia
«Lo scorso 3 febbraio, le Camere riunite in seduta comune rispondevano con un lungo e
sentito applauso all’invito del presidente della Repubblica ad approvare in tempi brevi la riforma dell’ordinamento giudiziario e del
Csm. Oggi siamo qui per mantenere quell’impegno e trasformare in legge dello Stato una proposta che viene da lontano ed è stata costruita con il contributo di molti. Questo è un passaggio importante della storia del nostro Paese, in cui troppo a lungo la giustizia è stata terreno di scontro». Così, nell’Aula del
Senato, la ministra della Giustizia
Marta Cartabia prima dell’inizio delle dichiarazioni di voto e del voto finale sul disegno di legge delega di riforma dell’ordinamento giudiziario e del
Csm.
«Questo passaggio -
aveva aggiunto Cartabia nel suo intervento in Aula - è stato preceduto da un lungo lavoro, a tratti non semplice, reso possibile dall’impegno di molti. Permettetemi di ricordare e ringraziare tutti coloro che ci hanno consentito di giungere a questo momento». «
Un disegno di legge di riforma era già stato elaborato dal precedente Governo - aveva ricordato - e su quel testo si sono innestati gli emendamenti approvati dal Consiglio dei Ministri lo scorso 11 febbraio, anche sulla base delle preziose proposte della Commissione di esperti presieduta dal professor Luciani.
È seguito un intenso confronto con tutte le forze politiche di maggioranza per giungere a un articolato ampiamente condiviso, in cui ciascuna forza politica può riconoscere il suo apporto. Ciascuno ha portato il suo contributo, sia sostenendo le proprie iniziative con forte convinzione, sia lasciando spazio alla voce delle altre forze di maggioranza.
Ringrazio ciascuna forza politica per questo impegno costruttivo e per questa disponibilità e ringrazio sentitamente il Ministro dei rapporti con il Parlamento D’Incà che si è speso moltissimo per permetterci di giungere a questa votazione finale. Non meno decisivo è stato il contributo convinto e determinato dei Sottosegretari Sisto e Macina e quello tecnico degli uffici del Ministero della Giustizia, il cui supporto professionale, svolto con dedizione lontano dai riflettori, è semplicemente imprescindibile». «L’approvazione di questa legge - aveva sottolineato quindi
Cartabia -, il terzo grande pilastro delle riforme della giustizia volte a rinsaldare la fiducia dei cittadini nell’amministrazione della Giustizia, consentirà che l’imminente rinnovo del Consiglio superiore della magistratura si svolga con nuove regole affinché questa istituzione, presidio costituzionale e imprescindibile dei principi dell’autonomia e dell’indipendenza dell’ordine giudiziario, principi irrinunciabili, possa, per riprendere proprio le parole del presidente
Mattarella, svolgere appieno la funzione che gli è propria, valorizzando le indiscusse alte professionalità su cui la Magistratura può contare.
Un grazie sentito a tutti e a ciascuno di voi», aveva concluso il Guardasigilli.
Riforma del Csm in Senato, Renzi e Italia viva si astengono
«Signora ministra
Cartabia noi non voteremo la sua riforma. Una riforma della giustizia e dell’ordinamento giudiziario serve, la sua serve meno di quello che noi speravamo. Non tocca il potere delle correnti, non tocca la responsabilità dei magistrati, e soprattutto lascia un po' di amaro in bocca per la modalità con cui è arrivata al traguardo». Così il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, nel corso delle dichiarazioni di voto nell’Aula del Senato sulla riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm. «Non voteremo contro, ci asteniamo perché la riforma non fa danni, a differenza di altre scelte del passato.
È una riforma più inutile che dannosa. Non è quel passo in avanti che serviva», aveva dichiarato Renzi.
Riforma del Csm in Senato, come ha votato Fratelli d'Italia
«Una legge sbagliata, regressiva inutile e dannosa, la stragrande maggioranza dei magistrati italiani meritavano ben altro. Nemmeno scalfigge lo strapotere delle correnti del Csm». Aveva detto così in Aula al Senato in dichiarazioni di voto sulla riforma del Csm il senatore di Fratelli d'Italia
Cesare Balboni esprimendo «convintamente» il voto contrario del suo gruppo. «Abbiamo tentato di modificare alcuni punti dove le contraddizioni erano più evidenti,» dice Balboni che lamenta di aver trovato «un muro assoluto, impossibile discutere. Si è arrivati a invocare la fiducia ieri perché si tentava di migliorare questa legge. Questa è la linea del Partito democratico che, con l'uscita del suo segretario, manifesta la sua vocazione autoritaria».
Riforma del Csm, il Pd dice "Sì"
«Questa è una riforma importante, affronta il tema della credibilità della magistratura. Una riforma necessariamente condivisa da una larga maggioranza, come deve essere. Certo, è una riforma possibile, ma sono orgogliosa di averla condivisa con i colleghi di Forza Italia e Movimento cinque stelle, respingendo soluzioni che non erano solo incostituzionali, ma avevano anche delle palesi ingenuità». Lo aveva detto nel suo intervento in Aula, a palazzo Madama, la senatrice del Partito democratico,
Anna Rossomando, in dichiarazione di voto sul disegno di legge delega di riforma dell’ordinamento giudiziario e del Consiglio superiore della magistratura. «Poteva essere questa riforma, per qualcuno, il secondo tempo di una partita che è finita: la guerra è conclusa, siamo nell’era dell’impegno al servizio dei cittadini», ha concluso l’esponente del Pd.
Riforma del Csm, la decisione della Lega
«Questa sarebbe stata una ottima riforma se l’avessimo approvata 4 anni fa perché la storia della magistratura in Italia si divide in due ere, prima e dopo lo scandalo
Palamara. È una riforma che ha una serie di aspetti positivi, piccole correzioni che abbiamo accompagnato e che ci portano oggi a votarla positivamente. Ci sono novità, ma sono piccole, e non siamo più nel 2018, siamo in un’altra era. È una riforma con aspetti positivi ma ha una caratteristica: è anacronistica. Non tiene conto delle novità che emergono nell’era post Palamara». Così la senatrice della Lega,
Giulia Bongiorno, responsabile giustizia del partito, nel corso della dichiarazione di voto nell’Aula del Senato sul disegno di legge delega di riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm.
Riforma del Csm, Leu favorevole
«La legge è frutto di un accordo sofferto tra forze che spesso hanno opzioni molto diverse sulla giustizia, che continua ad essere un elemento divisivo. Noi pensiamo che avremo potuto e dovuto fare meglio». Lo aveva detto la capogruppo di Leu
Loredana De Petris annunciando tuttavia il voto favorevole alla riforma dell'ordinamento giudiziario e del Csm.