Quello ingaggiato da Fratelli d'Italia col capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Carlo Renoldi, è un vero e proprio braccio di ferro. Al partito vincitore delle elezioni politiche non piace la visione "progressista" del numero uno del Dap in materia carceraria e non perde occasione per stigmatizzare ogni scelta messa in campo da Renoldi. Prima la circolare per favorire il ricorso alle videochiamate dei detenuti, poi il provvedimento per declassificare Cesare Battisti allo status di "detenuto comune", ora le soluzioni in cantiere per rendere più umana la pena al 41 bis.  Sono queste le decisioni che proprio non vanno giù a FdI. E ad Andrea Delmastro in particolare, responsabile Giustizia del partito di Giorgia Meloni. «Giù le mani dal regime detentivo del carcere duro. Renoldi, capo del Dap, ha improvvidamente fissato una riunione per lunedì per la modifica della circolare operativa sul regime del carcere duro. Le politiche carcerarie, in particolar modo quelle verso i mafiosi, non possono essere decise sul limite dello scadere di un governo, senza nessun coinvolgimento politico», dice l'esponente meloniano, sempre molto critico nei confronti di Renoldi. «Fratelli d’Italia ha una chiara visione sul contrasto, anche in regime carcerario, della criminalità organizzata che non può essere ipotecata da colpi di coda. Il Ministro della Giustizia intervenga tempestivamente perché venga annullata la riunione», insiste Delmastro. «Oneri e onori delle scelte di politica carceraria verso la criminalità organizzata spettano a chi è stato prescelto dagli italiani anche per affrontare i temi della legalità e della sicurezza».