La strada da seguire è chiara ed è definita da due direttrici: investimenti e tutela delle garanzie. È quanto ricordano Consiglio nazionale forense e Ocf in una nota diffusa ieri dopo i colloqui di giovedì scorso con il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede a proposito della riforma del processo civile. Una prima verifica tra il guardasigilli e l’avvocatura su un percorso al quale via Arenula intende dare speditezza ed efficacia, e che l’altro ieri, appunto, è stato per la prima volta sottoposto ai rappresentanti del mondo forense. Bonafede ha visto anche il presidente dell’Unione Camere civile Antonio De Notaristefani, oltre al Cnf - rappresentato dal consigliere Andrea Pasqualin - e all’Organismo congressuale forense, intervenuto con il coordinatore Giovanni Malinconico e il segretario Vincenzo Ciraolo. «I rappresentanti dell’Avvocatura hanno condiviso l’esigenza di coltivare con sollecitudine iniziative volte a promuovere efficienti risposte alla domanda di giustizia, nella giurisdizione e anche prima e fuori della stessa», si legge innanzitutto nel comunicato di Cnf e Ocf. «Hanno preso atto con favore dell’impegno del ministro, anche nella direzione dell’investimento in risorse, e hanno rappresentato, oltre che la necessità di un intervento di natura strutturale sulla giurisdizione, che miri anche a un vero ed efficace ammodernamento tecnologico e telematico del processo, l’imprescindibile esigenza della salvaguardia, nel caso di riforme delle regole del processo, dei necessari spazi di esercizio del diritto di difesa». Il ministro, conclude la nota, «ha precisato che il dialogo fattivamente iniziato proseguirà in modo serrato nelle prossime settimane». Vista la complessità degli aspetti anche critici fatti emergere dall’avvocatura nell’interlocuzione con il guardasigilli, in queste pagine proponiamo interviste a due dei rappresentanti ascoltati da Bonafede: Malinconico e De Notaristefani