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«La situazione delle carceri è tragica su tutto il territorio nazionale e il sovraffollamento rappresenta un’emergenza». A dirlo è il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, al termine dell’audizione davanti al comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ( Copasir) rispondendo a una domanda sulle recenti tensioni registrate in alcuni istituti italiani. «Ogni giorno apprendiamo di episodi molto gravi - ha ricordato il Guardasigilli – Noi siamo per la certezza della pena, chi sbaglia deve pagare e non sempre in passato è stato così. Detto questo, la detenzione deve avvenire con finalità rieducativa perché solo attraverso un vero percorso rieducativo si tutelano il detenuto e la società quando il detenuto sarà fuori». Il ministro ha sottolineato il problema del sovraffollamento: «È un’emergenza sotto tutti i punti di vista ma la soluzione non può essere uno svuota carceri visto che è dimostrato che rientrano subito dopo, in assenza di autentici percorsi di rieducazione si esce e si torna a delinquere». Il guardasigilli ha spiegato che per superare le criticità intende aumentare il numero degli agenti di polizia penitenziaria. «Un Corpo – ha evidenziato - che è stato dimenticato negli anni passati: nel 2019 è prevista l’assunzione di 1.300 agenti». Poi ha parlato del suo piano per l’edilizia penitenziaria, spiegando che è stata «costituita una task force al ministero e sono state introdotte norme che permettono maggiore flessibilità e accelerazione per gli interventi di manutenzione straordinaria e ordinaria». Bonafede ha spiegato che stanno anche lavorando alla possibilità di costruire nuove carceri ed è già a buon punto l’individuazione di caserme dismesse. «Stiamo impiegando forze, energie e soldi, ma – ha concluso - è chiaro che non abbiamo la bacchetta magica». Il sovraffollamento, come denunciato su queste pagine, ha raggiunto un numero esorbitante. Gli ultimi dati, aggiornati al 31 dicembre, registrano una lieve diminuzione rispetto ai mesi precedenti. Ma Rita Bernardini del Partito Radicale ha spiegato che non sono dati entusiasmanti. «C'è poco da gioire della diminuzione di 347 detenuti tra novembre e dicembre 2018 – sottolinea l’esponente radicale -, perché è dovuta presumibilmente ai permessi che vengono concessi per le festività natalizie e di fine anno». Bernardini snocciola i dati e denuncia che 93 istituti ospitano 37.122 detenuti che vivono in 26.092 posti regolamentari, con un sovraffollamento medio del 142,27%, «pertanto- evidenza - il 62,22% dei detenuti patisce un sovraffollamento del 142,27%». L’esponente del Partito Radicale sottolinea anche che tutti i dati «sono falsati dai 4.500 posti inagibili calcolati dal Ministero della Giustizia nella capienza regolamentare». Rita Bernardini ricorda che l’Italia è ancora sottoposta al monitoraggio europeo la sentenza della Cedu del 29 gennaio 2013 relativa al Caso Cirillo contro Italia ( No. 36276/ 10). Perché è importante questo caso che ha determinato la condanna dell'Italia per la mancanza di cure subite dal detenuto nel carcere di Foggia? L’esponente radicale risponde che in questo caso la Corte europea ha stabilito un legame diretto tra l'assenza di cure regolari e il problema strutturale del sovraffollamento carcerario.