I detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere patiscono ancora la manca d’acqua e l’iter dell’aggiudicazione del bando per creare una condotta idrica è ancora in alto mare. La situazione, con l’avvento del caldo, si fa ancora più critica. L’acqua per gli usi quotidiani – come già denunciato da Il Dubbio nei giorni scorsi - viene fornita dai pozzi e nel periodo estivo la falda si abbassa a causa della siccità creando non pochi problemi, soprattutto ai piani alti del carcere che come la maggior parte degli Istituti di pena, sconta il sovraffollamento con il 35 per cento in più della capacità di ricezione del carcere. Ma non solo. L’istituto campano è un carcere di alta sicurezza che ospita anche una sezione psichiatrica di 20 detenuti che provengono dai vecchi ospedali psichiatrici giudiziari. La mancanza d’acqua, assieme al problema dell’energia elettrica che giunge a singhiozzi, provoca non poca tensione tra gli agenti e i detenuti. Il carcere di Santa Maria Capua Vetere, attivo dal 1996 e ampliato con l’apertura ad ottobre del 2013 di un nuovo padiglione, è stato costruito senza una condotta idrica. Questo è il motivo della poca disponibilità di acqua. Per ovviare a tale anomala situazione, che, soprattutto nei mesi estivi, crea una vera e propria emergenza all’interno dell’istituto penitenziario, la Regione Campania, con delibera della G. R. N. 142 del 5.4.2016, aveva approvato lo “schema di Protocollo di Intesa per la costruzione di una condotta idrica a servizio della Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere e delle aule Bunker”, istituendo un apposito capitolo di spesa nel bilancio di previsione della Regione Campania per l’esercizio finanziario 2016, per €. 2.190.000,00, cofinanziati dall’Unione europea. Ma l’iter risulta troppo lento. Vediamo il perché. Dopo che, con la deliberazione del commissario straordinario del comune di Santa Maria Capua Vetere, n. 62 del 24.5.2016, era stato approvato lo schema di protocollo d’intesa tra la Regione ed il Comune, elaborato dalla Regione Campania ( all’interno del quale è specificato che la Regione si impegna a finanziare l’intervento ed il Comune a realizzarlo nel rispetto del cronoprogramma), finalmente, in agosto del 2016, era stato sottoscritto il protocollo d’intesa e, conseguentemente, era stata avviata la procedura per la realizzazione dell’intervento. Solo il 12 dicembre 2016, con determinazione dirigenziale del 12.12.2016 n. 2391, è stato approvato il bando di gara per la progettazione dell’opera ed individuata la copertura di spesa, per un importo di 96.600,00 euro, nel bilancio comunale, al capitolo di spesa 36514 – u. 2.02.01.09.000 “Spesa per la realizzazione condotta idrica di approvvigionamento per la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere – Fondi Regionali”. La gara prevede cinque diverse fasi, alcune pubbliche ( le prime due e le ultime due) ed una non pubblica ( attribuzione dei punteggi alle singole offerte). Inoltre prevede dei definiti tempi di durata, considerato che espressamente il bando di gara stabilisce che le offerte pervenute saranno ritenute vincolanti ( per l’offerente) per un periodo di 180 giorni, dalla prima seduta di gara: dopo lo spirare del termine di 180 giorni, l’offerente potrà svincolarsi dall’offerta in caso di mancata aggiudicazione della gara. Ma cosa è accaduto? Le attività della commissione di gara hanno conosciuto inspiegabili e patologici rallentamenti che non hanno consentito, allo stato, di determinare l’aggiudicazione della progettazione dell’opera – dopo la prima seduta del 31 gennaio scorso, le operazioni di gara sono state rinviate al sette febbraio e, dopo un rinvio a data da destinarsi per consentire l’integrazione della documentazione a taluni concorrenti -, al 13 giugno, data della terza seduta. Da allora, ultimate le due fasi pubbliche, ancora non è stata avviata la terza fase non pubblica. Eppure, in teoria, l’aggiudicazione del bando è prevista per la fine di ottobre. Il rischio è che i tempi si dilatino ancora di più visto che ancora mancano ben tre fasi.