«Nuova circolare 41 bis e smantellamento Gom, ennesimo regalo alla mafia!». Così venerdì scorso ha scritto – tramite l’immaginetta studiata per essere virale – il deputato grillino Vittorio Ferraresi sulla sua pagina facebook annunciando una interpellanza urgente al ministro della Giustizia. Detto, fatto. I parlamentari del M5S delle commissioni Giustizia e Antimafia, hanno presentato, sempre nella mattinata di venerdì, l’interpellanza attraverso i portavoce Giulia Sarti e lo stesso Vittorio Ferraresi. Un’interpellanza per provare a chiarire i punti che messi in fila disegnano, secondo i grillini, un vero e proprio smantellamento silenzioso del carcere duro. Punti che più volte sulle pagine de Il Dubbio sono stati sviscerati per far chiarire che non sono nuovi, ma sono stati semplicemente ribaditi nella recente circolare affinché le regole si uniformassero per tutti gli Istituti che ospitano il 41 bis.

Tra i vari argomenti propagandati dai detrattori della circolare come se fosse una novità, uno riguarda la “caduta del vetro divisorio per i bambini minori di 12 anni”. A dare una riposta netta su questo punto è stato il governo durante la seduta della Camera: la “caduta” del vetro divisorio c’è fin dal 1998. Ma andiamo con ordine. La circolare, insomma, non è proprio piaciuta al Movimento Cinque Stelle, perché - dice la deputata Sarti nell’interpellanza «di fatto allarga le maglie per i mafiosi detenuti: gli avvocati possono consegnare atti processuali su supporto informatico, ma nessuno ha tenuto conto che potrebbero diventare un mezzo per comunicare ordini all’esterno. Il Garante nazionale dei detenuti svolgerà colloqui riservati, disposizione che va contro la legge dato che non c’è nessuna norma dell’ordinamento penitenziario che possa permettere questa situazione. Sui garanti locali, regionali e comunali, non c’è chiarezza se possano effettuare visite o colloqui riservati dato che si parla di “incontri”, con tutti i rischi che ne derivano. La circolare allenta anche i controlli sulle telefonate, giornali e denaro, senza che vi sia un parere vincolante della Direzione distrettuale antimafia. Si prevede l’eliminazione del vetro divisorio nei colloqui con un minore, affermando il principio che i figli possano abbracciare i padri, con rischio di usare i figli per inviare “pizzini”. Sarebbe da sottolineare che i padri potrebbero fare scelte diverse, piuttosto che quella di delinquere se vogliono abbracciare i propri figli. La circolare introdotta oltremodo non ha avuto nessun passaggio in commissione Antimafia nonostante un anno e mezzo di lavori preparatori e d’interlocuzioni tra Dap, ministero della Giustizia e Garante dei detenuti. Di fatto quello che si sta creando è un indebolimento del 41 bis, a danno dei cittadini e della sicurezza dello Stato».

La deputata Sarti, nella conclusione dell’interpellanza, insiste sul ruolo del Garante nazionale dei detenuti: «Viene in qualche modo modificata questa circolare, soltanto per permettere al Garante nazionale dei detenuti di avere ancora, fra virgolette, più potere di colloquio con i detenuti al 41 bis». Eppure, anche in questo caso, non c’è nessuna novità. Il Garante Mauro Palma, infatti, ha replicato pubblicamente per ribadire che «il Garante nazionale ha da sempre accesso a colloqui riservati con tutte le persone private della libertà. Ciò sulla base della legge del 9 novembre 2012 di ratifica del Protocollo Opzionale alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altri trattamenti o pene crudeli, inumani o degradanti, fatto a New York il 12 dicembre del 2002». Sempre Mauro Palma ricorda che il Garante nazionale, infatti, è stato designato dal governo italiano quale organismo nazionale per la prevenzione ( National Preventive Mechanism - Npm) ai sensi della suddetta legge, nomina ratificata dalla Missione permanente in Italia delle Nazioni unite il 24 febbraio del 2014. In forza di tale ratifica il Garante nazionale ha poteri e obblighi previsti dagli articoli dal 17 al 23 del Protocollo stesso, che in base alla ratifica è legge dello Stato, ed esercita la sua funzione in maniera indipendente e cooperativa con le istituzioni dello Stato. «Fin dalla sua nascita, il Garante nazionale ha svolto le sue funzioni anche nell’ambito delle sezioni di detenzione speciale ex 41 bis, adempiendo in tal modo il proprio mandato, nel pieno rispetto delle leggi. Alla luce di ciò, la circolare del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria sul regime di 41 bis ha semplicemente recepito quanto già in essere. Pertanto ogni polemica su tale funzione appare infondata», conclude Mauro Palma.

La sottosegretaria alla Giustizia Federica Chiavaroli ha risposto subito all’interpellanza chiarendo che «la recente circolare, come peraltro evidenziato dalla competente articolazione ministeriale, non ha apportato sostanziali modifiche rispetto alle disposizioni vigenti, bensì ha inteso introdurre disposizioni dettate dall’esigenza di adeguamento uniforme alla giurisprudenza della magistratura di sorveglianza. Proprio l’uniformità che la circolare in questione ha lo scopo di assicurare contribuisce a scongiurare il pericolo, paventato da- gli onorevoli interpellanti, di situazioni di supremazia di alcuni detenuti». La sottosegretaria ha anche sgomberato dal campo gli equivochi sulla “caduta del vetro divisorio” presentato come se fosse una novità introdotta dalla circolare. «Il colloquio visivo senza vetro divisorio con i figli minori di anni dodici è una previsione introdotta sin dal 1998 in attuazione della sentenza della Corte costituzionale n. 376 del 1997. Anche tali colloqui, comunque, sono sottoposti a videoregistrazione ed ascolto, come previsto dalla normativa vigente». Per quanto riguarda l’omesso passaggio di valutazione della circolare alla Commissione antimafia, ci pensò a rispondere già il capo del Dap Santi Consolo durante l’audizione della commissione. Alla Bindi rispose che «prima di emanare una circolare io la mando al capo di gabinetto del ministero. Le posso promettere che se c’è una richiesta e la valutiamo positivamente come modifica, la trasmetteremo al gabinetto del ministro, che valuterà a chi trasmettere la circolare». Sì, perché il Dap ha il solo potere di emanare una circolare amministrativa ed è un organo dell’esecutivo. La Commissione invece risponde al Parlamento e non ha l’obbligo di essere sentita tutte le volte che si scrivono decreti ministeriali o circolari. Il passaggio naturale della circolare sul 41 bis, infatti, è stato tra il Dap, il ministro della Giustizia e il procuratore nazionale dell’antimafia.