Si sono aperti questa mattina a Milano, e andranno avanti fino a domani, i lavori dell’Assemblea generale di Area Democratica per la Giustizia, l’associazione che riunisce le toghe progressiste. Al centro della due giorni “La difesa del modello costituzionale di giurisdizione”. «Sicuramente la prima sollecitazione proviene dall’esterno e dal mutato quadro politico istituzionale con il quale a seguito delle elezioni politiche ci siamo dovuti confrontare», ha detto la presidente di AreaDg Egle Pilla aprendo i lavori. «Le prime impressioni ci suggeriscono un ridimensionamento del modello costituzionale di magistrato. Penso ad alcuni segnali. Mi preoccupa, ad esempio - ha continuato Pilla - la volontà di riforma del reato di "abuso di ufficio", visto come una delle principali cause della paralisi dell’attività della pubblica amministrazione e considerato un reato scivoloso nelle sue applicazioni; al giudizio espresso in relazione alla misure cautelari valutate come "ben scritte" ma "male applicate"; alle indicazioni programmatiche in campagna elettorale rispetto alla separazione delle carriere e all’idea  di un pubblico mistero sempre più compresso e sacrificato rispetto ai poteri  riconosciutigli in tema di coordinamento delle forze di polizia, indispensabile per l’esercizio delle sue prerogative». «Ma penso anche a segnali meno evidenti, ma egualmente significativi quali quelli della riduzione delle spese di giustizia in tema di intercettazioni in  ragione di un principio in astratto senz’altro condivisibile quale quello della razionalizzazione dell’impiego delle risorse, ma in tal caso utilizzato in maniera strumentale senza una reale attenzione alle questioni concrete se solo si pensa che solo il 2% dello stanziamento delle risorse  per la giustizia è destinato allo strumento intercettizio, pacificamente  indispensabile per le attività di indagine». Al centro della riflessione anche «la tutela dei diritti rispetto ai quali non è possibile alcun arretramento perché è lì che si misura il tasso di democraticità di una comunità». La coerenza - ha concluso la presidente di AreaDg «ci impone di essere fedeli ad un modello di magistrato impegnato negli uffici, attento alla qualità della giurisdizione e alla tutela dei diritti e dunque interlocutore critico di tutte le iniziative che si pongano in contrasto o sviliscano tale modello».