Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienza Politica a Bologna, spiega che la manovra «è coerente con le idee della maggioranza» e sul rapporto tra il governo e l’Unione europea dice che «ci sono differenze di opinioni che verranno esplicitate quando la commissione valuterà la finanziaria» e che «Meloni ha capito che deve essere flessibile e non andare allo scontro con l’Ue». Sul prossimo Congresso del Pd è netto: «il tempo e l’attenzione mentale da dedicare a un partito - commenta - non consentono di fare bene il presidente di Regione».

Professor Pasquino, crede che la manovra del governo abbia soddisfatto i partiti con alcune bandierine della campagna elettorale o avrà effetti di lungo periodo?

Certamente le bandierine elettorali sono state tradotte in componenti della manovra. C’è, insomma, quello che è stato detto. Ci sono provvedimenti che dicono che il reddito di cittadinanza cadrà, che ci sarà una flat tax e una serie di altri interventi già preannunciati. C’è fedeltà rispetto a quanto detto in campagna elettorale. Con un passo lento ovviamente, ma non mi sento di criticare sulle modalità. Poi sui contenuti ovviamente ho altre idee.

Cioè?

L’opposizione ha reagito male perché su un punto ha ragione, cioè che molti di coloro che sono senza lavoro, anche lo cercassero non lo troverebbero. Su questo bisogna dire che nessuno ha trovato il modo di collegare in maniera giusta l’offerta di lavoro con la domanda. Uno come Orlando, ad esempio, dovrebbe chiedersi cos’ha fatto in un anno e mezzo da ministro del Lavoro. È ora di smetterla di pensare che possiamo riformare il sistema pensionistico con piccoli provvedimenti, come opzione donna.

Per un anno ci sarà quota 103, con 41 anni di contributi e 62 d’età. Poi?

Poi vedremo cosa inventerà il governo, ma quel che è certo è che la popolazione invecchia, i giovani sono sempre meno e quindi non riusciranno a pagare le nostre pensioni. Ma vorrei puntualizzare che in questa manovra ci sono cose che non ha fatto nemmeno la sinistra. Anche se c’è un altro punto sbagliato, cioè la flat tax. Credo sia sbagliata nella sua concezione di fondo perché facilita l’evasione visto che molti diranno di guadagnare meno di 85mila euro così da ottenere la flat tax. Di certo non si può dire che il governo non sia stato coerente con quanto annunciato.

Tornando al reddito, come giudica i diversi punti di vista delle opposizioni?

Il Movimento 5 Stelle fa bene a difenderlo, pur sapendo che ha commesso degli errori e quindi tenendone conto. Il Pd può anche andare in piazza, ma il problema è quante persone riuscirà a portarci. C’è poi la contromanovra di Calenda. Diciamo che noi della sinistra indipendente e parte del Pci abbiamo provato a fare finanziarie alternative, soprattutto dalla metà degli anni ‘ 80 grazie a Filippo Cavazzuti, ma sono operazioni difficilissime. Quello che possono consigliare a Calenda è trovare alcuni emendamenti mirati che cambino la sostanza della manovra. Una controfinanziaria è impossibile, gli emendamenti invece sono possibili. Certo bisogna avere competenze e capacità politica per farli approvare.

Prevede che le crepe con l’Ue, ad esempio sui migranti, rischiano di diventare fratture?

Al momento non ci sono fratture. Ci sono differenze di opinioni che verranno esplicitate quando la commissione valuterà la finanziaria, ma mi pare che Meloni abbia capito che deve essere flessibile e non andare allo scontro con l’Ue. Anche perché i suoi alleati spagnoli e ungheresi e forse anche polacchi sono deboli. Ma mi spaventa l’improvvisazione. Come il provvedimento sui rave party che era controverso e anche sbagliato. O idee strampalate come i ventimila euro per sposarsi in chiesa. E mi preoccupano le affermazioni di Malan che si ispira alla Bibbia, quando chiamiamo teocrati coloro che governano con il Corano. Vogliamo una teocrazia anche in Italia? Sulla politica economica il governo è meno cattiva di quanto si pensi, ma è molto cattivo su queste tipo di idee. Il presidente della Camera è tecnicamente un reazionario.

Perché il Pd non ha fatto alcune delle misure in manovre quando poteva, come l’abbassamento dell’Iva su assorbenti e pannolini?

Forse il Pd dovrebbe chiedersi che tipo di rapporto ha con le persone e quale idea ha della relazione tra partito e società. Quando si dice che il Pd è un partito di Ztl ci si riferisce a questo, perché il costo di pannolini e assorbenti per chi appartiene a un certo ceto sociale è irrilevante.

Paola De Micheli, Elly Schlein, Stefano Bonaccini. Chi è la persona giusta per risollevare il Pd?

Potremmo dire: date il Pd agli emiliani e lo faremo scintillare. Ma, nella realtà dei fatti, di cosa stiamo parlando? Nessuno ha detto che tipo di partito vorrebbe. Qui c’è da eleggere un segretario che deve ristrutturare un partito nato male e che ha proseguito non benissimo. Ma nessuno ha idee. Quel che so è ciò che non si deve fare. Ad esempio sommare i ruoli. Il tempo e l’attenzione mentale da dedicare a un partito non consentono di fare bene il presidente di regione. Dovrebbero anche stabilire che chi si candida abbia dietro di sé una qualche esperienza di partito, non solo di amministrazione locale, seppur con buoni risultati.

Un buon amministratore locale non può essere quindi anche un buon leader di partito?

Io credo di no.