Un confronto tra l’agenda degli avvocati, con le istanze di interesse per la professione, e quella del governo è stato al centro dell’incontro di ieri mattina, nella sede del Consiglio nazionale forense, tra la presidente del Cnf Maria Masi, con il plenum dei consiglieri, il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto e il sottosegretario Andrea Ostellari. Su alcuni punti - la maggior parte - la sintonia è piena, su altri ci sono delle divergenze, su altri ancora bisognerà rafforzare il dialogo, ad esempio per il capitolo della digitalizzazione. Masi ha illustrato «la nostra ambiziosa agenda: riprendiamo laddove ci eravamo lasciati, con delle priorità all’ordine del giorno. Prima tra tutte l’approvazione della legge sull’equo compenso». Su questo, sicuramente c’è la volontà di tutti di portare a termine la riforma: «Manca lo sprint finale perché queste due parole diventino legge. Auspico - ha detto Sisto - che si possa andare in tempi brevi al Senato nello stesso testo a firma Meloni, Mandelli, Morrone della scorsa legislatura».Tra le urgenze sottolineate dal vertice del Cnf, il problema delle carceri: «È una battaglia che l’avvocatura non può ignorare». Sisto ha ricordato che «abbiamo stanziato 3 milioni di euro di euro per l’assistenza psicologica dei detenuti e 1 milione per la polizia penitenziaria, ma deve esserci uno sforzo di sistema che va intensificato». Per il viceministro ed esponente di Forza Italia, «si possono pure costruire nuove carceri per evitare il sovraffollamento, ma bisogna comunque vigilare perché la pena sia certa ma tendente alla rieducazione, come prescrive la Costituzione. Proprio per “fare sistema”, come ha detto il ministro Nordio, valutiamo anche un percorso di intelligente depenalizzazione» .Un altro tema sottolineato da Masi è stato quello relativo alla natura degli Ordini professionali: «I provvedimenti delle ultime ore ci confortano». Il riferimento è alla decisione del Tar di Roma, che due giorni fa, annullando la circolare della Ragioneria generale dello Stato, impugnata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, ha stabilito che agli Ordini professionali non può applicarsi in automatico l’intera disciplina su pubblico impiego e contenimento della spesa. Su questo Sisto ha accolto l’appello di Masi affinché «si abbandoni ogni eccesso di burocratizzazione».Non poteva mancare sul tavolo la riforma che vuole inserire la parola Avvocato in Costituzione, tra gli obiettivi principali del Cnf. Sisto si è detto d’accordo, «purché la questione non costituisca un elemento di distrazione rispetto ai temi fondamentali legati alla difesa della nostra professione». Per quanto concerne invece le riforme del processo civile e penale, la presidente Masi ha sottolineato i problemi relativi all’attuazione, auspicando dei correttivi «necessari a raggiungere gli obiettivi e gli standard di efficienza imposti dal Pnrr, e a riequilibrare il rapporto tra magistratura e avvocatura». Sisto si è mostrato più ottimista: «Le riforme approvate possono essere assimilate all’uscita sul mercato della Smart: inizialmente non piaceva a nessuno, ma con il tempo il giudizio è clamorosamente cambiato. Prima di pensare a dei correttivi, prendiamoci il tempo di vederle all’opera. Attenzione allo scetticismo a prescindere». Ha poi aggiunto che «sono alla studio del ministero alcune norme transitorie relative ad alcune parti della riforma Cartabia» del processo penale, proprio per evitare impatti traumatici. Intanto il 24 novembre è previsto un incontro tra il Cnf e il ministro Nordio, a dimostrazione del clima di collaborazione in cui sembrano avviati i rapporti con l’avvocatura. Tra i temi principali che verranno discussi c’è quello della scarsa presenza dell’avvocatura all’interno del dicastero di via Arenula o comunque nei luoghi in cui si scrivono le norme. Questa esigenza di riequilibrio ha trovato il consenso del viceministro, che poi ha espresso una preoccupazione: «La rappresento da avvocato: dobbiamo vegliare affinché le riforme, anche quella dell’ordinamento giudiziario, non alterino mai l’equilibrio fra i poteri, rispettando il nobile principio costituzionale del giusto processo. L’avvocatura deve essere guardiano attento e vigile controllore che questi equilibri di matrice costituzionale vengano rispettati». Dall’altro lato però, come aveva già fatto qualche giorno fa il guardasigilli, Sisto ha ribadito cautela su quelle riforme che potrebbero essere divisive e così infuocare eccessivamente il dibattito: «Non possiamo permetterci ora di fare della giustizia un settore di conflittualità perché ci sono problemi più urgenti che investono la sopravvivenza stessa del Paese e dei cittadini. Serve un grande senso di responsabilità condiviso». Sicché riforme ordinamentali sì, ma calibrate: si faranno, ma occorre trovare il giusto metodo perché avvocatura, magistratura e politica possano, insieme, ridefinire un nuovo modello di giustizia. Infine l’intervento da remoto del sottosegretario della Lega Andrea Ostellari: «Più avvocati al ministero, non tanto in ruoli apicali ma soprattutto in quei ruoli funzionali alla redazione delle norme. Io penso che con il ministro Nordio si possa affrontare questo aspetto, così come anche gli aspetti fiscali legati alle associazioni tra avvocati».