«Tutto deve cambiare perché tutto resti come prima» : ebbene sì, perché la scelta dei membri laici del Consiglio Superiore della Magistratura avverrà sostanzialmente utilizzando lo stesso metodo di sempre, ossia mediante la solita spartizione tra partiti decisa nelle segrete stanze. Nessun rinnovamento etico da parte della politica, che pure è stata protagonista dello scandalo che ha investito la magistratura in questi ultimi anni.

Vediamo il contesto: il Parlamento il 17 giugno 2022 ha approvato la legge n. 71 che ha stabilito che i dieci componenti laici del Csm siano scelti “secondo procedure trasparenti di candidatura, da svolgere nel rispetto della parità di genere di cui agli articoli 3 e 51 della Costituzione”.

Poi due giorni fa arriva la comunicazione del presidente della Camera Fontana: i «professori ordinari di università in materie giuridiche» e gli «avvocati dopo 15 anni di servizio effettivo» possono presentare la domanda entro le ore 9 di sabato 10 dicembre, ossia tre giorni prima del voto in Parlamento previsto per il 13 dicembre alle ore 16. La candidatura può essere presentata in maniera autonoma o «per conto dell’interessato, da un numero minimo di dieci parlamentari appartenenti ad almeno due diversi Gruppi parlamentari».

Questa previsione lascia molti dubbi sulla possibilità che tutti i deputati e senatori possano vagliare seriamente le proposte che arriveranno a partire dalla domenica. Molto probabilmente è tutto già deciso. «La norma segna - per il deputato Riccardo Magi, presidente di + Europa, che aveva scritto proprio a Fontana una lettera per chiedere come intendesse procedere per garantire «trasparenza e parità di genere in questo processo decisionale - un passo avanti importante chiedendo procedure trasparenti e il rispetto del criterio della parità di genere. Certo nell'attuarla si sarebbe potuto e dovuto fare di più, prevedendo almeno che la presentazione delle candidature fosse corredata da un curriculum e che vi fosse un voto con preferenze di genere tale da garantire l'equilibrio tra gli eletti».

Intanto oggi si costituiranno le quattordici commissioni permanenti della Camera mentre slitta a domani la riunione delle dieci commissioni permanenti al Senato per votare i presidenti. Si rafforza sempre di più l’ipotesi della leghista Giulia Bongiorno come presidente della Commissione giustizia di Palazzo Madama e di Carolina Varchi di Fratelli d’Italia di quella di Montecitorio.