Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è arrivata oggi al centro congressi di Sharm el Sheikh, in Egitto, dove si svolgono i lavori del summit sul clima Cop27. A margine dell’evento si è tenuto un incontro bilaterale tra il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi e il titolare di Palazzo Chigi: è il primo faccia a faccia tra un primo ministro dell’Italia e il capo dello Stato egiziano dopo l’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore friulano rapito, torturato e ucciso all’inizio del 2016 al Cairo. Meloni stamane ha già avuto tre incontri bilaterali con il primo ministro della Repubblica federale democratica di Etiopia, Abiy Ahmed; con il presidente dello Stato di Israele, Isaac Herzog; e con il Primo Ministro del Regno Unito, Rishi. L’intervento del presidente del Consiglio nella sessione plenaria è programmato per le 18. «Uno scambio cordiale e fruttuoso. Difendere i nostri valori comuni di libertà e democrazia e proteggere i nostri cittadini è una sfida che vogliamo e possiamo affrontare insieme. Andiamo in questa direzione!», ha scritto poi il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in uno scambio via Twitter con il premier belga, Alexander De Croo.

Meloni vede al Sisi, «forte attenzione ai casi Regeni e Zaki»

Nel quadro degli incontri bilaterali a margine del vertice di Sharm el Sheikh sull’implementazione del cambiamento climatico il presidente del Consiglio Giorgia Meloni - riferiscono fonti di palazzo Chigi - ha incontrato il padrone di casa, il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi. Durante l’incontro - spiegano le stesse fonti - si è parlato di approvvigionamento energetico, fonti rinnovabili, crisi climatica e immigrazione. L’incontro - viene riferito - ha dato occasione al presidente del Consiglio Meloni di sollevare il tema del rispetto dei diritti umani e di sottolineare la forte attenzione dell’Italia sui casi di Giulio Regeni e Patrick Zaki. «Tra diritti negati e poca ambizione dal punto di vista degli obiettivi climatici la COP27 è di per sé già un fallimento. Una conferenza che ha come obiettivo responsabilizzare globalmente ogni Nazione per un ambiente pulito e vivibile non può assolutamente prescindere dalla tutela dei diritti umani. L’Egitto è il luogo della violazione dei diritti umani, il luogo delle torture dove Giulio Regeni ha trovato la morte assassinato da un regime che, ancora oggi, tiene rinchiusi 60mila prigionieri politici, tra cui attivisti per i diritti umani e ambientalisti. Tutto rischia di trasformarsi in una mera operazione di greenwashing», commentando in una nota i co-portavoce di Europa Verde e deputati dell’Alleanza Verdi e Sinistra Eleonora Evi e Angelo Bonelli.