La Corte di cassazione di Mosca ha respinto l’appello contro la sentenza che ha condannato il dissidente russo Alexei Navalny a nove anni di carcere per frode e disprezzo della corte. Lo riferisce l’agenzia stampa russa Interfax. Condannato il 22 marzo, mentre stava già scontando un’altra condanna in seguito all’accusa di essersi appropriato indebitamente di denaro donato alla sua Fondazione Anticorruzione, Navalny si trova ora nella colonia penale n. 6 di Melekhovo, dove è stato più volte confinato per lunghi periodi in cella d’isolamento, un regime carcerario molto duro, su ispirazione dei campi di lavoro dell’era staliniana.

La scorsa settimana è stato mandato per l'ennesima volta in una cella di punizione: questa volta per 14 giorni. Secondo l’edizione online del la testata indipendente Meduza, il motivo è il suo rifiuto di lavare una recinzione del carcere. "E sono tornato nella cella di punizione", ha spiegato. "Ho appena trascorso 12 giorni lì, me ne danno di nuovo 14. Il motivo è che mi sono rifiutato di lavare la recinzione". Navalny ha poi affermato: "Tutto ciò che ho con me sono una tazza (un pezzo), e un libro (un pezzo). Ma ci sono già abituato. Non capisco le persone che hanno bisogno di altri oggetti per una vita piena".

Fra i principali oppositori del Cremlino, anzi, probabilmente l’unico che ha una sua visibilità internazionale, Navalny ha preso anche una posizione molto netta contro la guerra in Ucraina. La comunità internazionale lo considera un prigioniero politico ma per il Cremlino è un eversivo e un truffatore.

Guerra in Ucraina, prosegue l'offensiva della Russia

Intanto Mosca continua a colpire in Ucraina con la strategia dei droni: ancora ieri ci sono stati raid russi su diverse città dell’Ucraina e infrastrutture energetiche di nuovo nel mirino. Secondo quanto scrive su twitter Anton Gerashchenko, consigliere del ministero dell’Interno di Kiev, attacchi sono stati registrati questa mattina a Kharkiv, Dnipro, Mykolaiv e Zhytomyr.

Secondo le autorità locali, raid ci sono stati anche a Kryvyi Ri, città natale del presidente Volodymyr Zelensky, e a Mykolaiv, dove è stata colpita un’ala di un edificio residenziale, si conta almeno un morto. E naturalmente sulla capitale Kiev, bersagliata per il secondo giorno di seguito; forti esplosioni si sono udite intorno a diverse centrali elettriche e immediatamente dopo le forniture di energia si sono interrotte lasciando oltre un milioni di persone senza elettricità. Fra il 10 e il 18 ottobre, sono 408 le infrastrutture danneggiate in Ucraina, fra cui 45 infrastrutture dell'energia. Sono stati inoltre danneggiati 180 edifici residenziali.