In un articolo apparso nell’edizione del 13 ottobre su Famiglia Cristiana, l’avvocato Claudia Balzarini ha richiamato una recente sentenza del Consiglio di Stato, al quale si erano rivolti alcuni genitori dopo la bocciatura del figlio a scuola. È un fatto – secondo i dati in possesso del legale – che accade sempre più spesso. Insomma, padri e madri scomodano i giudici amministrativi se lo studente viene bocciato dai professori. Proprio il Consiglio di Stato, sul punto, ha chiarito le cose: i giudici non possono sostituirsi ai professori. «I giudici amministrativi, dal canto loro, hanno più volte chiarito - si legge nel testo dell’articolo - che non è possibile ribaltare il risultato di un anno scolastico fallimentare attraverso il ricorso all'autorità giudiziaria, perché quest'ultima deve limitarsi a valutare se la decisione assunta dal consiglio dei docenti è ragionevole o meno, ma non può e non deve sostituirsi alla scuola nel giudicare lo studente. Per questa ragione, spesso i ricorsi presentati dai genitori non si limitano a recriminare una errata valutazione dello studente, ma lamentano anche altre circostanze, ad esempio il fatto che la scuola non abbia attivato corsi di recupero o che non abbia tempestivamente comunicato alla famiglia la situazione di grave insufficienza in cui si trovava il figlio» viene evidenziato su Famiglia Cristiana. «Una recente sentenza del Consiglio di Stato (sentenza n. 7718 del 5 settembre 2022) ha affrontato il ricorso di una coppia di genitori che accusava la scuola di non aver tempestivamente invitato la famiglia a cambiare il percorso di studi del figlio, poi bocciato a fine anno. Secondo i genitori, fin dai primi mesi dell'anno scolastico risultava chiaro che il ragazzo aveva difficoltà di scolarizzazione in quell'istituto». «Per questa ragione - sempre secondo i genitori - la scuola avrebbe dovuto suggerire alla famiglia di trasferire il figlio in un altro tipo di scuola. I giudici amministrativi, viste le numerose comunicazioni intercorse tra scuola e famiglia, hanno ritenuto del tutto improbabile che il suggerimento non fosse mai stato formulato. In ogni caso, il Consiglio di Stato ha ricordato che ri-orientare le scelte degli studenti non può essere considerato uno specifico obbligo a carico dell'istituto scolastico. Non solo, anche qualora fosse emerso che la scuola aveva effettivamente omesso di dare suggerimenti di questo tipo, la circostanza non avrebbe avuto alcun effetto sulla legittimità della bocciatura finale» conclude l’avvocato Claudia Balzarini.