«Il momento del colloquio tra il difensore ed il suo assistito rappresenta quanto di più sacro ci sia nell’evoluzione del rapporto fiduciario». A dirlo è l'avvocato Guglielmo Starace, presidente della Camera penale di Bari, commentando con il Dubbio un increscioso episodio accaduto al collega Nicolò Nono Dachille.

Tutto ha inizio a febbraio del 2017 durante una perquisizione da parte della Guardia di Finanza presso una ditta gestita da una cittadina cinese a Casamassima e difesa da Nono Dachille. La donna è accusata di contraffazione e ricettazione e ha il telefono intercettato. I finanzieri, in particolare, ipotizzano sia responsabile di un traffico di calzature sportive griffate con il marchio contraffatto. All'arrivo dei militari, la donna decide di avvertire subito l'avvocato Nono Dachille, informandolo di quanto sta accadendo. Terminata l'ispezione, conclusasi con il sequestro di circa 2000 calzature, l'avvocato chiama a sua volta la propria assistita, facendosi raccontare nei dettagli come si erano svolte le operazioni. La telefonata si conclude con un "non ti preoccupare, non succede niente”, e con l'avvertimento dell'avvocato Nono Dachille che probabilmente i finanzieri "torneranno con una interprete".

L'avvocato, poi, si fa mandare una foto tramite whatsapp delle scarpe sequestrate dai finanzieri. Questa seconda conversazione, a differenza della prima, viene integralmente trascritta dagli operanti e finisce nel fascicolo che la scorsa settimana il pm ha depositato alle parti. «Il fatto che abbiano messo in grassetto le mie frasi evidenzia la volontà di mettermi in cattiva luce agli occhi del pm, pur in assenza di qualsiasi rafforzamento dell'ipotetico proposito criminoso già compiuto», sono state le parole dell'avvocato Nono Dachille.

L'accaduto, come era prevedile ha suscito grande indignazione nel foro, con la decisione dei penalisti baresi di indire una giornata di astensione dalle udienze per il prossimo 14 ottobre. Inoltre, per quella data è stata convocata una assemblea aperta alla società civile e alle Istituzioni presso il Palazzo di Giustizia barese per sensibilizzare l'opinione pubblica. “Non c'è alcuna giustificazione per quanto accaduto, il colloquio non poteva assumere alcuna rilevanza investigativa”, si legge nella delibera dei penalisti con cui è stata proclamata l'astensione.

«Il cittadino che si affida al professionista deve essere libero di potersi fidare e affidare», prosegue allora l'avvocato Starace. «Sapere di non poter essere liberi di parlare riservatamente mina non soltanto il rapporto tra cittadino e professionista, ma anche quello tra cittadino e Istituzione. È interesse della collettività pretendere la garanzia di riservatezza delle comunicazioni».

Il tema delle conversazioni fra indagato e difensore intercettate dagli organi di polizia e poi finite nel fascicolo processuale è annoso. Nessuna disposizione pare essere in grado di mettere un freno a questa “pratica”, da sempre vietata espressamente dal codice. In questo caso le violazioni sono molteplici. Da un lato i finanzieri che prima hanno ascoltato e poi trascritto integralmente la telefonata, evidenziando peraltro in grassetto le frasi dell'avvocato, dall'altro il pm che ha deciso di inserire questa trascrizione nel fascicolo poi depositato alle parti. Nessun commento, al momento, dagli uffici giudiziari baresi.